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Mobilitazione servizio sanitario abruzzese: ecco i motivi della manifestazione

Sandro Gentile di Sandro Gentile
20 Settembre 2021
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Pescara. In una nota, le lavoratrici ed i lavoratori del servizio sanitario e socio-sanitario abruzzese si sono espressi così su esigenze, difficoltà e cambiamenti richiesti: “La mobilitazione regionale avviata lo scorso agosto e che sfocia in questa manifestazionedi oggi 20 settembre è delle lavoratrici e dei lavoratori del servizio sanitario e socio-sanitario abruzzese pubblico e privato. Trova origine nelle richieste che unitariamenteavanziamo alla politica regionale ormai da tempo, anche prima della Pandemia, e per lequali aspettiamo invano risposte. Alcuni esempi:

•Quali sono i fabbisogni delle ASL e dei servizi territoriali, dati e riscontri circa le dotazioniorganiche nelle RSA ed RA, qual è ad esempio il rapporto tra assistiti e professionisti(infermieri/OS)?

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•Quali i percorsi di re-internalizzazione dei servizi appaltati dalle ASL adaziende/cooperative e la stabilizzazione dei tanti precari della sanità pubblica assuntitramite agenzie interinali per l’emergenza pandemica ma non solo;

•La trasmissione formale dei piani di riorganizzazione delle ASL, presidi ospedalieri e serviziterritoriali; e in quale maniera detti piani rispondono ai bisogni di salute della popolazioneabruzzese, alla configurazione geografica, demografica, alle cronicità; come si intendemettere in relazione questi piani con i fabbisogni del personale necessario a renderliesigibili e non solo dichiarazioni d’intenti?

•Quando la Regione e le ASL saranno disponibili ad aprire il confronto e la contrattazionesugli istituti che aspettano di essere compiutamente affrontati? (l’estensione dell’indennitàmalattie infettive a oggi sospese nonostante il mantenimento dello stato di emergenza, ibuoni pasto, ecc.).

A tutto questo si aggiunge il disagio delle Lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Privata che non vedono ancora applicato integralmente un contratto nazionale che hanno atteso per 14 anni. La chiusura negativa del tavolo di confronto regionale aperto presso la prefettura dell’Aquila ci ha costretto a dichiarare sciopero per la giornata odierna delle Lavoratrici e dei Lavoratori della sanità privata operanti in tutte le strutture sanitarie regionali che applicano il CCNL AIOP ARIS – acuti. Questo sciopero regionale è stato preceduto dalla mobilitazione, a partire dal 25 agosto, in tutte le aziende che applicano il CCNL AIOP ARIS, con volantinaggio, presidi, assemblee, sbandieramento, ed oggi si ricompone in questa manifestazione e nelle motivazioni dell’intero comparto socio sanitario abruzzese. Oggi, quindi, in piazza assieme a chi sciopera per la esigibilità del contratto ci sono lelavoratrici ed i lavoratori che operano nei servizi esternalizzati: basta con i tagli delle ore lavorative e la continua messa in discussione del posto di lavoro, magari dopo decenni di servizio all’interno del servizio sanitario pubblico; basta appaltare al privato sempre più pezzi di sanità pubblica; occorre un piano di reinternalizzazione vero e con garanzie per chi ha contribuito ad erogare servizio pubblico tramite le convenzioni ai privati nelle strutture sanitarie e socio sanitarie che applicano il CCNL AIOP e ARIS RSA e che aspettano il rinnovo del contratto da 12 anni. La mobilitazione parte perché non è più accettabile che a parità di lavoro non ci sia parità di salario e diritti nella sanità pubblica, comparto e dirigenza. Le lavoratrici ed i lavoratori chiedono che siano affrontati i temi legati alla carenza del personale, alle giuste condizioni contrattuali. Non è più rinviabile un piano straordinario di assunzioni a partire dalla stabilizzazione dei tanti assunti per la Pandemia per i quali chiediamo un piano assunzionale congruo che ne valorizzi competenze e servizio prestato, specie nel periodo emergenziale. Basta precari! Chiediamo la stabilizzazione nel comparto e nella dirigenza a partire dal personale del 118. Non si può garantire l’emergenza con la precarietà. I piani di riorganizzazione possono anche essere definiti “direingegnerizzazione” ma senza adeguati piani di fabbisogno di personale restano solo scatole vuote che non daranno risposte ai bisogni di salute delle persone. Assieme alle Confederazioni ed alle categorie dei pensionati, CGIL CISL UIL, abbiamo fortemente voluto che in Abruzzo fosse istituito il Tavolo permanente della Salute. Ebbene, dopo una gestazione lunga diversi mesi ed un estenuante interlocuzione, la Giunta ha istituito il Tavolo permanente regionale con apposita DGR, ma in realtà è stato reso sterile visto che i dati che chiediamo non ci vengono forniti formalmente come addirittura i documenti di Programmazione delle Reti ospedaliera e territoriale. Le poche riunioni già svolte sono state inutili in quanto non hanno prodotto nessun passo in avanti nella interlocuzione vista la carenza di informativa. Procedere senza una visione d’insieme non farà che aggravare la situazione. Vogliamo che le riorganizzazioni partano da una vera analisi dei bisogni di salute delle persone. Vogliamo capire cosa c’è prima dell’ospedale e quale è la strategia ottimale per fare, ad esempio, vera prevenzione. Come si costruisce, implementa davvero la rete dei servizi territoriali, le case della salute, i medici di medicina generale ed in questo quale è il rapporto con la sanità privata? Quale strategia per le aree interne e quale progetto per la presa in carico della cronicità della popolazione anziana ma non solo. Tutti questi temi non sono ininfluenti rispetto agli assetti che oggi scegliamo di dare alla rete territoriale ed ospedaliera, sono invece essenziali per determinare, ad esempio, il Piano dei fabbisogni del personale nelle ASL, ospedali e servizi territoriali, ma anche per governare tutto il sistema privato accreditato e convenzionato rispetto al quale, lo ricordiamo, aspettiamo di ricevere dalla Regione una puntuale mappatura in ordine alle dotazioni organiche, alle professionalità presenti, in numero e quale il rapporto Operatori/ pazienti. Non è più rinviabile una revisione degli accreditamenti che preveda criteri stringenti per la qualità delle prestazioni e che non consenta, per la sanità accreditata e convenzionata, di eludere le previsioni contrattuali in applicazione come invece sta accadendo. Noi chiediamo che si proceda in maniera tempestiva a redigere un piano di riordino della rete dei servizi territoriali e di quella ospedaliera, aprendo un confronto serio e serrato con le rappresentanze di lavoratori e degli utenti. Vanno analizzati attentamente tutti i soggetti, pubblici eprivati, che erogano servizi alla salute. Chiediamo che si apra immediatamente con le Federazioni di categoria il confronto sui temi contrattuali: indennità di malattie infettive ai reparti/servizi Covid-19; stabilizzazione dei precari dicomparto e medici dirigenti; definire i piani di fabbisogno del personale delle ASL Abruzzesi; internalizzazione dei servizi; riconoscimento del buono pasto; definire regole certe per gli erogatori privati che, per poter essere accreditati in regione, devono rispettare e rinnovare i contratti; definire le risorse per gli erogatori privati non acuti che applicano il CCNL AIOP ARIS,come da impegno già assunto con la DGR 299.S ono queste le nostre ragioni e non ci fermeremo se non avremo risposte. La politica non può eludere il confronto con noi o fare finta di farlo senza però fornire dati formali, proporre strategie che partano da una vera misurazione dei bisogni di salute delle persone.

Quali investimenti si sceglie di fare, anche in virtù delle risorse che saranno rese disponibili dal PNRR, in merito alla medicina di prossimità oppure per il rinnovamento tecnologico e per la Telemedicina?cLa soluzione non è accontentare quello o quell’altro territorio. Le persone vanno prese in carico prima che si ammalino, devono avere una rete di servizi ed assistenza che li sostenga nelle diverse fasi della vita ed anche in relazione alle diverse condizioni di vita, di genere, sociali ecc. Una rete che faccia prevenzione e sia in grado di gestire la presa in carico delle cronicità ed eviti il ricorso all’unico presidio che spesso come cittadini abbiamo: il Pronto Soccorso dell’ospedale. Siamo stanchi come lavoratrici e lavoratori di non essere messi nelle condizioni di poter dare risposte efficaci ed appropriate alle persone ogni giorno. Il tema dell’appropriatezza è legato a doppio filo con la capacità del sistema di governare l’intera rete socio sanitaria. In dialogo con le comunità locali, con gli ambiti sociali distrettuali, ad esempio. Non ci sarà spazio per una reale implementazione della qualità se non faremo una analisi seria dei bisogni, scevra da bigotte contrapposizioni campaniliste od equilibri politici, ma che tragga origine invece dall’ascolto di chi le persone le rappresenta.Perciò, abbiamo chiesto che nascesse il Tavolo permanente della salute di cui fanno parte oltre che i Soggetti firmatari, anche l’Anci, i sindaci, gli ambiti distrettuali e le associazioni di rappresentanza dei datori di lavoro privati e del terzo settore. Il tavolo permanente è uno strumento di partecipazione democratica, certamente, ma anche uno strumento che aiuta ed orienta nelle scelte di progetti di riordino, perché non siano solo parole,magari anche belle, ma che non producono cambiamenti reali e positivi per la qualità del lavoro e della salute delle persone. Non siamo più disponibili ad aspettare ancora!

Perciò chiediamo che la Regione:

1.Preveda obbligo per tutti gli operatori privati che erogano servizi i in convenzione e rispettino il CCNL in applicazione.

2.Che ci siano forniti i documenti ufficiali del riordino delle reti territoriale ed ospedaliera con specifica indicazione del fabbisogno del personale perchè siano realizzabili e che si avvii su di essi il confronto.

3.La mappatura di tutti i servizi sanitari e socio sanitari presenti nella regione con indicazione delle dotazioni organiche e delle professionalità presenti e dei PL.

4.Immediata apertura dei tavoli di confronto su dotazioni organiche e fabbisogni.

5.Avvio confronto per istituti contrattuali

6.Linee guida regionali per contrattazione aziendale

7.Avvio di percorsi di stabilizzazionie. Vogliamo sapere quanti lavoratori precari ci sono.

8.Servizi esternalizzati, Percorsi di reinternalizzazione e di tutela.

9.Calendarizzazione immediata dei lavori del tavolo permanente regionale della salute nelle modalità previste nel Protocollo sottoscritto”.

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