Sulmona. “Il Consiglio dei ministri ha deciso di superare il diniego delle regioni Abruzzo e Umbria con la complicità degli stessi presidenti, entrambi espressione della destra”. Lo afferma Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare.
“Come spieghiamo da anni il metanodotto non serve, è un’opera inutile e dannosa, ma come al solito un progetto di quelle dimensioni costituisce sempre un affare appetitoso. Colpisce l’impreparazione in materia dei tecnocrati come dei politicanti, mentre i comitati ambientalisti hanno sempre prodotto dati e studi. Non ci risultano voti contrari in Consiglio dei ministri quindi dobbiamo ritenere responsabili di questa pugnalata alle spalle dell’Abruzzo tutti i partiti presenti nel governo, dalla Lega e Forza Italia, da Azione al Pd al M5S.
Ma non si può non denunciare che ancora una volta – come su tutti i misfatti – c’è la totale complicità di Fratelli d’Italia e di Marsilio.
Il governo Draghi non avrebbe proceduto a pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo senza l’assenso del partito di Giorgia Meloni e del suo presidente di Regione. Stiamo assistendo allo stesso copione di Piombino dove sono tutti uniti per il rigassificatore a 800 metri dalle case. Ancora una volta emerge la necessità di costruire un’alternativa popolare al partito unico degli affari e della devastazione ambientale”. Conclude Acerbo.