Sulmona. “Ci saremmo aspettati che D’Alfonso chiedesse pubblicamente a Delrio un chiaro impegno affinché il Governo attui finalmente la volontà del Parlamento che – attraverso la risoluzione unanime della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati dell’ottobre 2011 – ha sancito l’incompatibilità del metanodotto e della centrale Snam con le aree altamente sismiche dell’Appennino”. Lo sostengono in una nota i comitati ambientalisti sulmonesi dopo l’incontro pubblico di venerdì scorso al Cinema Pacifico con il Ministro Graziano Delrio al quale, prima che iniziasse la conferenza, hanno consegnato uno specifico dossier, in cui si evidenzia “l’assoluta incongruenza tra una seria politica di prevenzione sismica e l’insediamento nel nostro territorio delle due infrastrutture della Snam, gasdotto e centrale di compressione, molto vicine alle faglie attive del Monte Morrone.
“Dato certo ¬ proseguono gli ambientalisti ¬ fornito dai geologi e ribadito dal Ministro Delrio, è che in Italia circa 24 milioni di persone vivono in zone ad elevato rischio sismico: è la cosiddetta zona 1, la nostra, quella che prende parte dell’Appennino, dal sud dell’Umbria fino alla Calabria e una parte della Sicilia. Il Ministro delle Infrastrutture ha parlato degli ingenti costi, sia in termini di perdite di vite umane, che economici legati alla ricostruzione ed ha evidenziato quanto sia, invece, meno dispendioso e più sensato investire nella prevenzione. Il tema dell’incontro, così pertinente con l’opposizione al progetto Snam, avrebbe dovuto indurre il Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso a far presente al Ministro che è una palese contraddizione parlare di prevenzione sismica e di messa in sicurezza del territorio quando, nello stesso tempo, si vuole imporre a tutti i costi un’opera pericolosa che aumenta i rischi per il territorio e l’insicurezza per i cittadini”. Secondo i comitati “evidentemente il problema Snam non esiste, o meglio non ha nulla a che fare con la prevenzione sismica. A meno che non si voglia sostenere che la realizzazione del metanodotto e della centrale Snam, in un territorio altamente sismico come il nostro, rappresenta un contributo a progettare un futuro più sicuro per le aree interne”.