Chieti. “La partita sulla realizzazione del Megalò 2 a Chieti non è affatto chiusa. Siamo contrari da sempre a questa ipotesi di velocizzatori senza verifiche veritiere, completate ed esaustive, e metteremo in campo tutte le risorse dell’ordinamento a nostra disposizione per scongiurare un’eventualità così incerta ed impattante su un sito ad alta criticità poiché posto a ridosso di un’asta fluviale di notevoli dimensioni”. Lo afferma il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, in merito all’annullamento
del divieto a costruire pronunciato, secondo notizie di stampa, dal Genio Civile di Pescara. D’Alfonso annuncia che “interverrà personalmente” alla prossima riunione del comitato di Valutazione di impatto ambientale (Via) “per illustrare le tappe del percorso amministrativo e per chiedere al comitato stesso il rigore della lettura di tutti gli elementi in campo e la precauzione necessari per un intervento su un’area delicata come quella in cui si vorrebbe far sorgere il nuovo manufatto”, spiega il governatore. “È noto come vi siano forti rischi sul piano ambientale e si profili un danno sociale al commercio dell’intera zona che naturalmente esula dalle valutazioni di questa sede. Inoltre, desta perplessità – conclude D’Alfonso – la pervicacia dell’impresa costruttrice che si legge e si rileva dalla stampa nel procedere a dispetto delle esigenze di verifica che l’ ordinamento consente e impone”.
Le notizie di stampa diffuse oggi sul centro commerciale cosiddetto “Megalò2” costringono WWF Chieti-Pescara, Confcommercio Chieti, Confesercenti Chieti, ANIAC Chieti, CNA Chieti e UPA Chieti a diffondere una precisazione: il Genio Civile, come più volte chiarito anche dagli stessi esponenti di quell’ufficio regionale, non ha titolo per rilasciare permessi edilizi visto che altre sono le sue funzioni. Il permesso a costruire a suo tempo emesso dalle amministrazioni municipali di Chieti e Cepagatti rimane invalidato dalla “bocciatura” espressa dal Comitato VIA e dovrà essere revocato o annullato, come richiesto con una specifica diffida dall’avv. Francesco Paolo Febbo a nome delle associazioni che firmano questo comunicato. Il prossimo passaggio sarà l’udienza di fronte al TAR di Pescara, prevista al momento per il 23 marzo prossimo, nella quale le associazioni ambientaliste e di categoria chiederanno la piena conferma del giudizio del Comitato VIA e quindi il definitivo stop a un progetto dannoso per l’ambiente e per l’economia del territorio. Prima della sentenza del TAR non saranno possibili novità di alcun tipo. Circa l’interpretazione data nelle note di stampa di una presunta “vittoria” di una parte sull’altra, ci preme sottolineare che semmai dovesse essere realizzato un ulteriore intervento edilizio a ridosso del fiume gli unici “sconfitti” sarebbero il buon senso, il sacrosanto principio di precauzione e la buona politica, quella capace di far prevalere gli interessi generali su quelli, pur legittimi, di una singola impresa e di un progettista.