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Medici a Speranza, disagio intollerabile: “Serve una rivoluzione copernicana della Sanità”

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
11 Maggio 2021
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Pescara. I camici bianchi, dagli ospedalieri a quelli di base, dagli operatori del 118 agli specializzandi, denunciano “un disagio intollerabile” e chiedono un confronto al ministro della Salute Roberto Speranza.

A prendere la parola Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale dei Ordini (Fnomceo): “I
medici sono stremati. Si sono spesi senza risparmiarsi per far fronte alla pandemia, non solo curando i pazienti,
ma puntellando con la loro abnegazione le carenze strutturali e organizzative che si erano ormai fatte sistema e
che il Covid ha accentuato”. E rilancia: “È il momento di una rivoluzione copernicana della Sanità, che metta al
centro non i pareggi di bilancio, ma gli obiettivi di salute, i professionisti e i cittadini. Che non consideri gli
operatori come prestatori d’opera, cui chiedere servizi al ribasso, ma come il cuore e il cervello del sistema di
cure, modificandone l’attuale governance. Che garantisca la loro autonomia, la loro indipendenza, la loro
responsabilità come sigilli della qualità delle cure”.

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Per la Fnomceo il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, pur con le sue tante zone d’ombra, può essere davvero l’occasione per rilanciare e riformare il Servizio sanitario nazionale. Il rischio vero, secondo Anelli, è che la visione della Sanità rimanga compartimenti stagni.
“Insufficiente sembra l’integrazione tra ospedale e territorio, insufficiente il potenziamento dell’uno e dell’altro
comparto. Sarebbe inutile aumentare i posti letto nelle rianimazioni, se non si assumesse personale opportunamente formato per gestirli. Sarebbe inutile costruire le Case di Comunità, se non si prevedesse di riempirle di professionisti: rischierebbero di rimanere Cattedrali nel deserto. Sarebbe inutile parlare di prossimità se poi si lasciassero, ancora una volta, da soli i medici della medicina generale, senza dotarli di strumentazione adeguata, senza affiancarli con infermieri, assistenti di studio, oss, per non parlare di ostetriche, psicologi, fisioterapisti, tecnici di laboratorio”.

Tags: coronavirus
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