Pescara. In seguito alla rissa del 12 agosto scorso a Rancitelli, questa mattina gli agenti
della Squadra Mobile della Questura di Pescara, coordinati dal vicequestore aggiunto Dante Cosentino hanno
eseguito sei misure cautelari, con tre arresti domiciliari e tre obblighi di dimora, disposti dal Gip Elio
Bongrazio, su richiesta del Pm Anna Benigni. Dieci in totale le persone indagate (di età compresa fra i 56 e 17),
di cui otto italiani, appartenenti a famiglie rom di Pescara e due stranieri.
Tra i dieci indagati, che devono rispondere di rissa aggravata dall’utilizzo di strumenti atti ad offendere e lesioni volontarie gravi, figura anche un minorenne. Per sei di queste persone è stata applicata una misura cautelare. Per gli altri quattro sono in corso approfondimenti. Le indagini hanno confermato come, all’origine della rissa scoppiata in via Lago di Capestrano, vi sia stato un alterco fra tre degli indagati ed i gestori del ristorante, con padre e figlio che una volta entrati, già alticci, hanno chiesto da bere, ricevendo una risposta negativa. Da qui è partita una vivace discussione proseguita poi all’esterno del locale con gli schiamazzi su strada che hanno provocato le lamentele di un nigeriano 33enne residente nei pressi e poi rimasto ferito e ricoverato in ospedale.
La situazione era poi ulteriormente degenerata con uso di sedie, tavoli e oggetti contundenti, con il coinvolgimento di altre persone. “C’è stata – ha detto il Questore di Pescara Francesco Misiti – la pronta e immediata risposta delle forze di polizia dopo un fatto grave e che aveva avuto una vasta eco. Devo dire che è stata importante anche la
collaborazione di testimoni e gestori del ristorante, a riprova del fatto che in un quartiere in cui ci sono dei
problemi c’è anche tanta brava gente”.