L’Aquila. “Questa scuola è un simbolo non ha mai smesso di funzionare, neppure nei giorni più drammatici e oggi rappresenta un desiderio di uscire dalla provvisorietà e ricostruire il senso di comunità”. Interviene così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’ambito di “Tutti a scuola”, la cerimonia di inaugurazione che si è svolta questo pomeriggio all’Aquila nel decennale del sisma, presso la sede provvisoria dell’istituto comprensivo “Mariele Ventre”.
“Le pubbliche Istituzioni sono tenute a sostenere la ricostruzione e devono rispettare gli impegni presi anche con le altre comunità colpite dal sisma negli anni recenti”, ha proseguito il Capo dello Stato tra gli applausi degli studenti. All’evento sono intervenuti circa mille studenti in rappresentanza di 350 istituti di tutta Italia.
Tanti i discorsi toccati dal presidente della Repubblica, dai meriti dei docenti alle norme di avanguardia scolastica.
“Le norme di ‘avanguardia’ che tutelano e favoriscono l’inserimento dei ragazzi con disabilità vanno pienamente e concretamente attuate”, ha precisato Mattarella, “è compito delle Istituzioni in prima battuta ma tutti siamo chiamati a contribuirvi. Tanti meriti vanno riconosciuti agli insegnanti, ai maestri, ai professori,
che mettono la loro passione e la loro preparazione a servizio dei giovani. Non sempre ricevono dalla società e dalle istituzioni il riconoscimento che è loro dovuto”.
“Non poche volte hanno colmato con il loro senso di responsabilità e del dovere”, ha aggiunto il capo dello Stato, “lo spazio lasciato vuoto dalla carenza di risorse materiali o di strutture organizzative. Insieme a loro desidero ringraziare tutto il personale della scuola, che si prodiga per il bene dei ragazzi”.
”La mobilità sociale oggi si è arenata”, ha proseguito il presidente della Repubblica, “la scuola può farla ripartire, arrecando giustizia e sviluppo”.
”La scuola per tutti è una grande conquista democratica, iscritta nella nostra Costituzione. La scuola è levatrice di libertà”, ha concluso Mattarella, “proprio il suo carattere universale e la visione unitaria dell’impegno educativo costituiscono gli anticorpi dell’omologazione e della prepotenza: per questo non possiamo rassegnarci a discriminazioni che derivano da diversità di ceti sociali o da svantaggiate condizioni economiche”.