Vasto. Con la figlia di poche settimane nel porta enfant a tracolla. Si è presentata così l’europarlamentare abruzzese del M5S Daniela Aiuto, al Parlamento Europeo a Strasburgo, per portare all’attenzione le istanze delle mamme che lavorano. “Sono qui infatti” ha spiegato la parlamentare vastese”per poter portare la voce anche di tutte le mamme che avrebbero diritto ad avere l’asilo nido aziendale o la possibilità di scegliere il part-time. Da mamma privilegiata lo grido forte: si può fare!”. Ma non è sola, anche la piccola Vittoria, figlia dell’eurodeputata Licia Ronzulli, cresce fra i banchi di Strasburgo partecipando con la mamma a molte votazioni. La piccola sembra infatti molto soddisfatta di seguire la madre durante i suoi impegni europei e passa il tempo tranquilla a disegnare. Era il 22 settembre 2010 quando la Ronzulli si era presentata a votare in Seduta Plenaria tenendo in braccio la figlia di appena 44 giorni per rivendicare maggiori diritti per le donne nella conciliazione tra vita professionale e familiare. Ma quello di portare i propri figli in parlamento non è un costume tipicamente italiano. Nel Maggio del 2009 anche la deputata danese Hanne Dahl con la sua bambina di pochi giorni sui banchi del Parlamento Europeo, mentre probabilmente si discuteva anche di questioni che la riguardavano. In quei giorni era infatti al vaglio una nuova legge europea sulla maternità e sui problemi delle neomamme. Nei Paesi europei le lavoratrici sono in aumento circa il 60% della popolazione femminile adulta. In Italia siamo al di sotto della media con il 47%, considerando anche che il 13% delle italiane lascia il lavoro per la maternità e dopo non riescono più a trovarne uno. Cosa che forse non succede ad esempio alle donne inglesi, convinte che le mamme che lavorano siano un buon modello per i figli e che, nonostante la fatica e i sacrifici, sia importante mantenere l’impiego. Federica Di Marzio