L’Aquila. “Basta bugie: dite la verità sugli ospedali” è quanto scritto a caratteri cubitali su uno striscione che i consiglieri di opposizione hanno esibito durante il Consiglio regionale straordinario sulla Sanità in corso di svolgimento all’Aquila. A sostenere l’ingombrante cartello di protesta Febbo e Iampieri. Si annuncia un ennesimo consiglio infuocato quello di oggi chiamato a discutere sul delicato tema della sanità abruzzese che, in virtù della spending review e del Decreto Lorenzin messi in atto dal Governo, è costretta a ridimensionarsi con tagli e riorganizzazioni. Tanta la polemica che nei mesi scorsi ha accompagnato le annunciate chiusure di ben quattro punto nascita abruzzesi e la riorganizzazione delle altre strutture sanitarie avviata dalgovernatore D’Alfonso e dall’assessore Paolucci. “Sulla sanità non possiamo fare campanilismi, ma neanche li possiamo subire. Non possiamo accettare che il Governo regionale, con il duo D’Alfonso-Paolucci, lasci su Pescara un solo presidio ospedaliero di primo livello, quello del capoluogo adriatico che è il più importante d’Abruzzo, e poi tre ospedali nel chietino, tre nel teramano e quattro nell’aquilano. Non possiamo permettere che vengano distrutti gli ospedali di Penne e Popoli, che hanno un bacino d’utenza di oltre 12-13mila persone, specie Penne, a meno che non ci sia una precisa strategia politica che mira a far scoppiare il Pronto soccorso di Pescara per avere il pretesto utile a giustificare la costruzione di un nuovo ospedale. Domani su tale tema avremo un confronto duro in aula perché non permetteremo che si consumi tale scempio”. Queste le parole del capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, nel corso di una conferenza stampa alla vigilia della seduta del Consiglio regionale di oggi sull’applicazione del Decreto Lorenzin. “Sappiamo che l’Abruzzo conta circa 1milione 300mila abitanti, divisi su costa e aree interne, e che su questa base va rimodulata l’offerta sanitaria. Ma come può pensare il Pd che governa la nostra regione che la provincia di Pescara, con i suoi 350mila abitanti, nella bozza del progetto Lorenzin dell’assessore Paolucci e del Presidente D’Alfonso, possa restare con un solo presidio sanitario, appunto l’ospedale di Pescara, dunque con un solo Pronto soccorso?” aveva sottolineato Sospiri. “Già oggi il Pronto soccorso di Pescara esplode, con un bacino di 350mila utenti sarà in ginocchio, per questo non possiamo rinunciare all’ospedale di Penne che fa 13-14mila accessi al Pronto soccorso, e per questo dobbiamo tentare un’organizzazione interna territoriale diversa tra Popoli, Sulmona e Castel di Sangro. Le altre province hanno avuto una distribuzione più equa dei presidi ospedalieri; Pescara ha più assessori che ospedali e a questo punto scambiamo volentieri il mantenimento degli ospedali con le dimissioni degli assessori regionali di Pescara, ossia Di Matteo, Sclocco e il sottosegretario Mazzocca”.”La nostra proposta” ha spiegato l’esponente politico “è molto semplice: l’ospedale di Pescara è il principale ospedale d’Abruzzo, che accoglie anche l’utenza di Atri e di Ortona, dunque con l’ospedale di Pescara dobbiamo confermare la permanenza dell’ospedale e del Pronto soccorso di Penne, per il quale non vanno chieste deroghe in quanto ‘area disagiata’ perché Penne ha già il suo bacino naturale; in più occorre pensare a un ospedale per le aree interne facendo convergere Popoli-Sulmona e Castel di Sangro. Domani” aveva annunciato il capogruppo di Forza Italia “contrasteremo con ogni mezzo il Piano di riorganizzazione previsto dall’assessore Paolucci con l’applicazione del Decreto Lorenzin, un piano che però ha previsto il mantenimento di 3 presidi nel chietino, ossia Chieti, Lanciano e Vasto, solo che Lanciano e Vasto distano pochissimi chilometri d’autostrada l’uno dall’altro; tre presidi nel teramano, ossia Teramo, Sant’Omero e Giulianova; 4 a L’Aquila con L’Aquila, Avezzano come primo livello, e poi Sulmona e Castel di Sangro. Il Pronto Soccorso di Pescara, invece, da solo, dovrebbe reggere oltre al proprio bacino di utenza anche i 20mila accessi di Atri, i 14mila accessi di Penne e gli oltre 12mila accessi di Popoli, è dunque evidente che qualcuno vuole fare scoppiare Pescara in nome di quel Decreto Lorenzin che la Regione Marche ha già annunciato che disattendera’. Peraltro la distribuzione dell’assessore Paolucci non rispetta il rapporto minimo tra distanza di un presidio e tempo sufficiente per soccorrere un paziente in emergenza e stabilizzarlo: ora chiedo, quanto tempo impiegherà in inverno un abitante di Civitella Casanova o di Farindola, colpito da un ictus, per raggiungere Pescara? Un’ora? E in quali condizioni ci arriverà? Qui si va a ledere il diritto alla salute. Il Presidente D’Alfonso e l’assessore Paolucci il 14 o 15 ottobre” ha ancora insistito il capogruppo Sospiri “hanno il dovere di andare dalla Lorenzin e da Renzi per rigettare un decreto impossibile da applicare in Abruzzo. Sfasciare i Presidi di Penne e Popoli significa sfasciare Pescara dando il fianco e il pretesto per la realizzazione paventata del nuovo ospedale. Le deroghe per le aree svantaggiate le devono chiedere per Lanciano, non per Penne che ha il suo bacino d’utenza. E poi: sulla finanziaria ci sono ancora i 12milioni di euro di investimenti, lasciati dalla giunta Chiodi, destinati all’ospedale di Penne e che sono stati confermati, ma a questo punto a che serve spendere quei 12milioni di euro? Domani” aveva concluso Sospiri “in aula ci sarà un confronto duro, che non ammetterà sconti in difesa del diritto alla salute dei cittadini e dei nostri Presidi ospedalieri”.
“Anche questa volta le opposizioni sono finite nel sacco del loro stesso gioco. La verità viene sempre a galla. La maggioranza di centrosinistra è stata compatta nel sostenere ciò che abbiamo garantito agli abruzzesi durante la campagna elettorale, ovvero la riforma della sanità e non certo la distruzione del diritto alla sanità”. Lo ha detto il consigliere regionale del PD, Camillo D’Alessandro, a margine del Consiglio regionale straordinario convocato sulla riorganizzazione della sanità abruzzese. “E’ stato imbarazzante” ha aggiunto “rileggere in Aula le dichiarazioni del Presidente Chiodi che ha fatto qualche anno fa, dichiarazioni identiche a quelle dell’Assessore regionale Silvio Paolucci, ma che oggi lui, stranamente, contesta”. Il consigliere D’Alessandro, poi, ha letto in Aula le dichiarazioni del Presidente Chiodi pronunciate qualche anno fa a difesa della razionalizzazione della sanità, della specializzazione del presidio e del taglio del numero degli ospedali. Eccole: “Il triangolo delle bermuda ha fatto si’ che una regione di circa 1,3 milioni di abitanti avesse ben sei Asl, un altissimo numero di distretti sanitari, 35 ospedali con un basso tasso di occupazione dei posti letto, peraltro raggiunto con ricoveri inappropriati con interventi di bassa complessita’, con una casistica assai limitata che si traduce ineluttabilmente in una minore garanzia del paziente chi ha consentito che in Abruzzo si costruissero sotto casa, rischiosi per i pazienti? Chi ha voluto cinque neurochirurgie in Abruzzo chi ha consentito che in Provincia dell’Aquila ci fossero ben 14 ospedali che in provincia di Chieti ve ne fossero undici?. Queste dichiarazioni sono chiare” ha detto sempre D’Alessandro “il Presidente Chiodi, evidentemente, non ha ben chiaro che lui ha perso le elezioni perche’ non ha fatto cio’ che aveva intuito e che bisognava fare. Ma tra il dire il fare c’e’ di mezzo la coerenza, il coraggio e la serenita’ di operare non per le prossime elezioni, ma per i cittadini abruzzesi. Oggi” ha concluso D’Alessandro “abbiamo sfidato la minoranza sconfitta, gia’ sulla parte della protesta, ad operarsi sulla proposta”.