Montesilvano. L’IIS Alessandrini per l’Ucraina è la sintesi esaustiva dell’incontro svoltosi ieri mattina nell’Aula Magna “Gianni Pagannone” della scuola superiore di Via d’Agnese a Montesilvano. Per questo si è messa subito in moto la macchina della solidarietà. Studenti, docenti, genitori e tutto il personale scolastico hanno dato vita ad una raccolta di generi di prima necessità, medicinali, indumenti con il coordinamento dell’insegnante Marco Della Valle che destinerà il tutto alla Croce Rossa Italiana e alla Caritas per ulteriori informazioni rivolgersi a: IIS “E. Alessandrini” Via D’Agnese 1 – 65015 Montesilvano (PE). Tel: 085/4680209; Tel: 085/8631020. Email: [email protected].
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Tra le tante iniziative si sta lavorando anche all’organizzazione di un concerto sinfonico e pop, probabilmente nel cortile della scuola, ad opera dei ragazzi e dei docenti dell’Alessandrini per raccogliere i fondi da devolvere ai famigliari delle vittime dell’esercito di Putin.
È stata Kalyna Salyak, una giovane madre ucraina, apprezzata musicista che vive ora in Abruzzo, a chiarire agli studenti la situazione determinatasi dopo l’invasione della sua patria da parte dell’esercito russo. A fare gli onori di casa la dirigente scolastica, Maria Teresa Di Donato che ha saputo introdurre l’ospite e il delicato argomento con una certa attenzione.
“Il popolo Ucraino”, ha cominciato Kalyna,” quasi 40 milioni di persone, è pronto a lottare per la propria libertà ed indipendenza. I miei conterranei, sotto assedio da parte delle truppe russe di Putin, vogliono soltanto difendere la loro patria. Nel dna di questa nazione ma, soprattutto, di questo popolo c’è sempre stata una forte propensione alla difesa della propria autonomia”. Inevitabile, a questo punto, una breve digressione sulle cause e le ragioni storiche alla base del conflitto. “Circa trecento anni fa i Kozaky, ucraini, erano soldati scelti preparatissimi nella difesa militare del territorio. Caterina la grande strinse un accordo con loro perché si occupassero della difesa dei confini della nazione russa, da questo e tanti altri episodi nascono le pretese di Putin riguardo all’annessione di una terra, da sempre in lotta per la propria indipendenza. Il popolo, però, ora è unito, e oppone resistenza senza, per adesso, perdere la speranza di cacciare l’invasore. I russi”, ha aggiunto Kalyna, ”da quel dì, hanno manifestato una spiccata propensione alla violenza e alla prepotenza tesa alla conquista territoriale. La storia racconta che un re, padre di diversi figli, cede crescere il più piccolo aggressivo e prevaricatore. Il suo unico scopo è solo quello di sopraffare i fratelli, i nonni e gli zii. Ecco, dalla sua discendenza sarebbe, appunto, derivato il popolo russo. Naturalmente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, il popolo che vive in Russia non è tutto così, come dimostrano i fatti più recenti che hanno visto tanti moscoviti scendere in piazza per manifestare per la scellerata operazione bellica del loro presidente, a rischio della propria incolumità, e nonostante la dura repressione militare messa in campo da Putin. L’ex agente del KGB è un capo spietato di un regime che falsifica le notizie che trapelano all’esterno dei suoi confini”.
E’ difficile, tuttavia, distogliere l’attenzione dalla stringente attualità. Da poche ore, infatti, è trapelata la notizia che i russi hanno conquistato la più grande centrale nucleare d’Europa, in Ucraina, e che essa sia stata bombardata e sia in atto un incendio. I media occidentali continuano a ripetere che le fiamme sono state domate e che è stato ripreso il pieno controllo della centrale- “In realtà” ha confessato Kalyna,” amici e parenti riportano notizie diverse, che sì la centrale è in fiamme perché in caso di esplosione essa avrebbe un impatto devastante per l’Europa e non solo sei volte più drammatico di Chernobyl, ma che essa non è più in mano delle truppe russe, ma è difesa ancora dalla mia gente”.
“I soldati russi”, ha chiarito Kalyna,” non si rendono conto che i loro attacchi provocano morte e distruzione? Bambini, donne ed animali sono i soggetti più deboli. Da mio padre sono venuta a conoscenza di un bombardamento contro un orfanotrofio e, adesso, dei bambini lì custoditi non si hanno traccia. È stato bombardato anche un canile con mille animali, tutti bruciati. Sono stati presi di mira gli ospedali. Vengono bombardati anche i civili in fuga. Una colonna di fuggitivi è stata colpita da un missile a pochi chilometri dal confine. Un padre si è visto morire il figlio. Lo ha condotto in braccio per chilometri alla ricerca di un luogo dove dargli una degna sepoltura. Dopo nove giorni di conflitto le persone non hanno più viveri di scorta. Bisogna far presto, occorre mettere in moto la macchina umanitaria per fare sì che il popolo Ucraino possa continuare a resistere, perché La Russia si nutre della nostra paura, intende mettere paura in modo da poter fare la voce grossa. La macchina umanitaria se si mette in moto e funziona farà vedere che il mondo non ha paura delle minacce della Russia. Ora i miei conterranei iniziano ad avere necessità di tutto, dal latte in polvere per i neonati, ai beni di prima necessità, medicine come insulina, antibiotici e tanto altro. E’ stato tutto dannatamente improvviso ed imprevedibile. Quando è scattata l’invasione la gente era impreparata, nessuno si aspettava un attacco nel cuore della notte e così la necessità di beni essenziali è diventata sempre più impellente, in pratica non c’è stata nemmeno la possibilità di fare scorte.
“La Russia”, ha concluso Kalyna, “dopo la Crimea e la Cecenia ora vuole l’Ucraina ma, probabilmente, dopo di essa non si esaurirà la sua sete di conquista”.