Chieti. “È di pochi giorni fa la notizia che l’Ospedale dell’Aquila sarà presto dotato di una Pet/Tac fissa”, dichiara Sinistra Chieti Bene Comune in un comunicato stampa, “infatti la Regione, a firma dell’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì, ha autorizzato l’acquisto del predetto macchinario da collocare nell’Ospedale San Salvatore di L’Aquila”.
“Invece nella nostra ASL2”, accusano gli stessi, “dopo che si è andati avanti per ben otto anni con il noleggio di una Unità Mobile Pet/TC, situata su un camion, il servizio è sospeso da 2 febbraio per mancate proroghe. In questi 8 anni si sono spesi quasi 5 milioni di euro per il noleggio a fronte di circa 2 milioni necessari per l’acquisto di un macchinario fisso di ultima generazione che, con le dovute rimodulazioni di spazi, avrebbe potuto trovare allocazione nel Presidio del SS Annunziata”.
“Come è tristemente noto all’opinione pubblica, l’Unità mobile recentemente dismessa, costituita da
due container, di cui uno adibito a sala di attesa con scalette strette e pericolose e con un angusto
bagno dove era possibile solo urinare e niente altro, dove i pazienti erano costretti a stare al freddo e
al gelo d’inverno e al caldo asfissiante d’estate, ha funzionato, fino a due mesi fa, per soli due giorni la settimana (termini dell’appalto di noleggio) mentre, con l’attuale blocco, i pazienti oncologici sono, peggio, costretti a recarsi anche fuori regione con ulteriori aggravi di spesa sia per la Asl, in funzione della mobilità di cura, che per gli stessi utenti, in relazione ai notevoli disagi che questi “pazienti” e le loro famiglie devono subire”.
“È evidente”, continua il comunicato, “che con l’acquisto di un macchinario fisso il funzionamento sarebbe garantito non per due giorni ma per almeno cinque giorni la settimana eliminando e/o riducendo le lunghe liste di attesa e garantendo ai malati condizioni di attesa sicuramente più confortevoli di quelle offerte da un container”.
“I detti ritardi, da parte della ASL2 e della Regione Abruzzo, alla luce dell’obbligo di natura costituzionale (art. 32) di assicurare la continuità assistenziale, la salute pubblica nonché la salvaguardia del bene primario della vita, cui è direttamente correlata la funzione della Pet/Tac, stanno determinando, a nostro avviso, un’evidente interruzione di un pubblico servizio e, di tale ipotesi, non mancheremo, nell’interesse dei malati, di informare gli organi giudiziari competenti perché procedano con i dovuti accertamenti. Riteniamo, invece, senza alcun dubbio – e questo è un giudizio politico, che i responsabili della drammatica situazione determinatasi debbano, immediatamente, essere estromessi dai loro incarichi profumatamente retribuiti”.
“Purtroppo, sappiamo che ciò non avverrà, anche se quelli che riteniamo sprechi di prezioso denaro pubblico (cioè, versato dai contribuenti per la sanità) da parte della ASL2, non si limitano solamente a quanto sopra denunciato. Infatti, per fare un esempio attualissimo, basti pensare al costo del test sulla ricerca sierologica (che serve per testare la risposta immunitaria post vaccino) di 35 euro cadauno, pagati all’U.D’A; e la domanda, già posta, senza risposta, dal sindacato USB Sanità alla Direzione Generale ASL2, in questo caso, sorge spontanea: perché spendere questi soldi (35 euro a test) presso altri enti/privati quando esiste un Laboratorio Unico Aziendale con una UOC a Chieti e due UO semplici a Lanciano e Vasto che hanno già, tra l’altro, a disposizione le necessarie strumentazioni e che sono utilizzabili con lo stesso livello di prestazioni, con risposte in H24, e con costi sicuramente inferiori (5 euro)? E, ancora, ci si chiede: perché si stia procedendo con il pagamento, in libera professione, di
infermieri e medici (180 – 300 euro) per gli screening generalizzati mentre si potrebbero utilizzare i numerosi volontari del settore gratuitamente?”
“Siamo esterrefatti di fronte a questi assurdi sprechi di risorse pubbliche”, conclude lapidario il comunicato stampa, “risorse già di per se scarse, cui assistiamo; ma siamo, ancor più, basiti nel constatare che tutto ciò avvenga nell’indifferenza di chi è chiamato a controllare e gestire la salute pubblica in Abruzzo”.