Ho sentito gli insulti e le minacce a distanza tra Conte e Renzi. Per dirne una. Una gara a chi è più arrogante, a chi è più bravo a sopraffare.
San Paolo nella seconda lettura di oggi dice a Timoteo di pregare per i politici, con “ringraziamenti per tutti gli uomini che stanno al potere perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio”. 1 Tm 2,1-8
Addirittura anche il vangelo di oggi, nella parabola, premia l’amministratore furbo e truffaldino, tanto che il padrone ammira la creatività del suo servo che amministra i suoi soldi.
Sembra quasi che la furbizia, la sopraffazione, l’arroganza vengano premiate anche da Dio.
In realtà non è così.
La capacità che ci viene richiesta non è quella “di questo mondo” dove vince chi è più scaltro negli affari, ma quella che riguarda le cose “della luce“, per la quale sì che siamo chiamati a osare e a rischiare, senza esitazioni o dubbi, con creatività e condivisione.
E’ la capacità di distinguere l’arguzia per le cose materiali da quelle che ha valore spirituale, capaci di distinguere la ricchezza dalla condivisione, capaci di distinguere il successo dalla generosità.