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“La liberazione fuori dalla nato”: la manifestazione del 25 aprile di Rifondazione Comunista e Sinistra Europea a Teramo

Luisiana Di Federico di Luisiana Di Federico
24 Aprile 2021
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Teramo. Un nuova festa della liberazione italiana, tra zone rosse ed emergenza sanitaria, ma con rinnovati desideri e ambite speranze per il tempo che verrà.  “La Liberazione è fuori dalla Nato! La Costituzione antifascista ripudia la guerra: governo e parlamento fanno il contrario”, questo il credo del partito della  Rifondazione Comunista, con cui decide di manifestare a Teramo per il 25 aprile 2021. Nella mattinata di sabato prossimo, il circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha organizzato un presidio in Largo Porta Reale a Teramo, presso il Monumento ai Caduti della Resistenza, in concomitanza con il mercato settimanale, per celebrare il 76° anniversario della Liberazione d’Italia dal nazi-fascismo e promuovere una campagna contro guerre, basi USA e spese militari, per la pace e la salute pubblica. Il segretario cittadino Mirko De Berardinis e  i militanti di Rifondazione sono scesi in piazza allestendo uno striscione e alcuni manifesti con su scritto: “La Liberazione è fuori dalla NATO! Medici e vaccini, non bombe. 25 aprile 2021: la Costituzione antifascista ripudia la guerra: governo e parlamento fanno il contrario”. Così, il segretario De Berardinis e gli altri esponenti del gruppo politico hanno reso omaggio ai partigiani (uomini e donne) simbolo della resistenza teramana, ricordando le tante vittime antifasciste, gli eroi di Bosco Martese e i protagonisti della lotta di liberazione nella provincia di Teramo, Medaglia d’Oro della Resistenza. Successivamente sono state esposte le proposte di Rifondazione Comunista: drastico taglio delle spese militari per destinare quelle risorse alla campagna vaccinale e alla sanità statale, già in estrema difficoltà.

 

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Queste le dichiarazioni  del comunicato del gruppo politico Rifondazione Comunista e Sinistra Europea “Orsini-  Di Giovannantonio”: “A 76 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, l’Italia continua ad essere un Paese in guerra. Sono presenti sul territorio italiano ben 59 basi militari statunitensi, alcune delle quali risultano essere tra le più importanti del punto di vista strategico/operativo a livello continentale, capacità nucleari comprese. Ogni volta che gli Stati Uniti annunciano ed eseguono un’aggressione militare nel quadrante euro-mediterraneo, l’Italia viene sistematicamente coinvolta concedendo, talvolta nemmeno sapendolo, l’uso delle basi. Questo stà accadendo anche in questi giorni con le tensioni e manovre militari in Ucraina. L’Italia nonostante abbia firmato il trattato di non proliferazione nucleare aderisce ai programmi NATO, addestrando i suoi piloti al bombardamento nucleare ed ospitando sul proprio territorio decine di ordigni nucleari a Ghedi (BS) ed Aviano (PN). Il nostro Paese spende circa 76 milioni di euro al giorno per le spese militari, allo scopo di garantire la belligeranza dell’esercito oltre confine e i fatturati della propria industria bellica. Nemmeno in tempo di pandemia globale, crisi sanitaria, economica e sociale senza precedenti questa follia bellicista si è interrotta o sottoposta a revisione. Grazie al governo Draghi ben 17 miliardi del Recovery fund saranno destinati a finanziare l’industria bellica nazionale, mentre la cieca visione atlantista del governo e del parlamento impedisce al nostro Paese di approvvigionarsi del vaccino russo Sputnik, in una situazione di campagna vaccinale che non decolla. L’Italia non ha bisogno di guerre, armamenti, missioni all’estero, ma di pace e relazioni internazionali basate sulla cooperazione. Via le bombe nucleari dal nostro territorio, fuori l’Italia dalla NATO! Drastica riduzione delle spese militari in favore di programmi di vera sicurezza sociale, investimenti nella sanità pubblica, lavoro e ambiente” .

 

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