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La direttrice del carcere di Sulmona finisce nelle intercettazioni di Mafia Capitale, sospesa

Redazione Abruzzo di Redazione Abruzzo
14 Dicembre 2014
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Sulmona. La direttrice del carcere di Sulmona, Silvia Pesante, è stata rimossa dal suo incarico perchè il suo nome risulterebbe in una delle intercettazioni dell’inchiesta Mafia Capitale. La donna, che fino al 2012 era alla guida del carcere di Frosinone, secondo gli inquirenti sarebbe stata l’amante di Luigi Ciavardini, terrorista nero condannato in via definitiva per la strage di Bologna, detenuto proprio nel carcere di laziale. Il suo nome compare durante una telefonata tra Mario Zurlo, e il braccio destro di Massimo Carminati, Riccardo Brugia. Si parla della «bionda silvia pesantedirettrice del carcere di Frosinone». Zurlo dice a Brugia che «l’altro giorno è passato Luigi (Ciavardini precisa dopo, ndr) per farmi gli auguri e stava con una bionda in macchina, rideva». Brugia chiede «ma che era un trans?» e Zurlo risponde: «no è il direttore del carcere di Frosinone, se la stava portando a casa… gli ho detto di stare attento perchè il giorno che non te la porti più a casa più questa te fa leva la semilibertà… perchè quella è un dipendente del Ministero degli interni». I due fanno anche alcuni apprezzamenti sull’aspetto fisico della donna («non male, è carina») poi Zurlo rivela a Brugia che Ciavardini «con la sua cooperativa sociale sta facendo tutti i lavori intorno al carcere, gli pulisce l’erba… c’ha tutto il verde esterno». Luigi Ciavardini, ex Nar già condannato a 30 anni per essere stato ritenuto esecutore materiale della strage alla stazione di Bologna, è dal 2009 in stato di semilibertà. La Pesante ha subito replicato chiarendo: “È una enorme falsità, una mascalzonata e basta, serve solo a gettare polvere su di me o sul volontariato. Io con la ’29 giugnò non ho mai lavorato e mai avuto nulla in comune“.

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