Chieti. L’università D’Annunzio di Chieti Pescara punta al rilancio, con nuovi corsi, che prevederanno anche la frequenza in sede degli studenti, e una nuova sede, dell’Unidav, l’università telematica controllata dalla Fondazione dello stesso ateneo, finita al centro di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Chieti che ha indagato sulla sua gestione dopo che circa tre anni fa, con un bando per la ricerca di un partner istituzionale, Unidav è finita sotto il controllo di una società slovacca, la Sevs. Inchiesta che ieri ha portato a cinque arresti, e complessivi 18 indagati, con accuse che vanno dal peculato, al riciclaggio all’autoriciclaggio all’abuso d’ufficio. Già da qualche mese, in seguito ad una sentenza del Tar che ha dichiarato illegittimo quel bando, Unidav è tornata sotto il controllo della Fondazione D’Annunzio che oggi ne è la proprietaria esclusiva, ha un nuovo direttore generale, nuovi vertici amministrativi e dal 2 luglio avrà anche un nuovo rettore. Sulla vicenda Unidav sono intervenuti questa mattina con una conferenza stampa il rettore della D’Annunzio Sergio Caputi, il direttore generale dell’ateneo Giovanni Cucullo e il presidente della Fondazione Luigi Capasso. Oggi, secondo uno studio che la D’Annunzio ha commissionato alla Kpmg, Unidav sotto la passata gestione ha accumulato un debiti di circa 2 milioni di euro mentre la D’Annunzio ha stanziato un milione di euro a favore della Fondazione per consentire all’università telematica di svolgere l’attività di ordinaria amministrazione.
”L’università si è già mossa per il risanamento dell’università telematica, sono stati nominati i nuovi organismi dirigenziali e gli obiettivi sono due”, ha detto Caputi, “il risanamento dei conti con la conseguente azione legale verso chi ha determinato una gestione piuttosto inconsueta, e il piano di rilancio, sul quale stavamo già lavorando, e che prevederà un rilancio di molti corsi di laurea nuovi e soprattutto del post laurea e corsi Ecm per le aziende e quant’altro possa fare l’università telematica. La stiamo dotando di nuova sede, di nuovo personale, di nuove attrezzature per poter svolgere meglio il rilancio. Quanto al danno di immagine”, ha aggiunto Caputi, “stiamo valutando: noi stavamo preparando il danno patrimoniale, adesso valuteremo anche il danno di immagine che è sicuramente importante”. Quanto al bando con cui Unidav era finita sotto il controllo della Sevs, Caputi ha aggiunto: ”Il bando è stato fatto piuttosto male”, conclude, “perchè a determinato la sentenza del Tar che ha annullato il bando stesso e grazie a questo siamo potuti rientrare in possesso della telematica: del resto vendere il 51% di una università, tra virgolette statale, non era previsto, come assolutamente escludere da un bando le università telematiche italiane era piuttosto inconsueto, un po’ strano”.