Lanciano. Il Tribunale della Libertà dell’Aquila ha scarcerato oggi Antonio Colasante, 57 anni, di Lanciano, uno dei più noti imprenditori d’Abruzzo, accusato di presunto riciclaggio di denaro legato all’inchiesta sul servizio lavanderia alla Asl LancianoVastoChieti in merito all’illegale transazione del servizio di lavaggio lenzuola e divise del personale, dal 20092015, con liquidazione maggiorata, non dovuta, di 2 milioni e 130 mila euro, su un totale di 4,5 milioni di euro. Soldi con cui avrebbe Colasante comprato una villa a Porto Cervo, in Sardegna del valore di 8 milioni e 750 mila euro. Dopo la detenzione in carcere, disposta al gip di Lanciano, il 6 marzo scorso, attualmente Colasante era ai domiciliari, col solo permesso di recarsi al lavoro.
Contro Colasante, a capo della società Publiclean srl, l’accusa accusa di riciclaggio di denaro legata all’inchiesta sul servizio lavanderia alla Asl in merito all’illegale transazione del servizio di lavaggio lenzuola e divise del personale, dal 20092015, con liquidazione maggiorata, non dovuta, di 2 milioni e 130 mila euro. Soldi con cui avrebbe comprato una villa a Porto Cervo. Oggi il Tribunale della Libertà lo ha scarcerato annullando il provvedimento cautelare disposto dal gip di Lanciano. “Nella sede opportuna dimostrerò la mia totale estraneità ai fatti”, dice Colasante. Nell’ambito della stessa inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni Rosaria Vecchi, unitamente a Colasante venne arrestata e posta ai domiciliari anche Tiziana Spadaccini, di Vasto, dirigente dell’ufficio economale e logistico della Asl, che poi ha ottenuto la misura interdittiva di sospensione dal lavoro. Con i due arresati sono indagate altre 7 persone, in concorso di reato per abuso d’ufficio, tra cui il manager Asl Pasquale Flacco.