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Il progetto Life ARCTOS sull’Orso si avvia alla conclusione dopo 4 anni di intenso lavoro per la tutela della specie

Redazione Centrale di Redazione Centrale
7 Ottobre 2014
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L’Aquila. Il progetto Life ARCTOS si avvicina alla sua scadenza: fra tre mesi infatti si chiuderà dopo quattro anni di intenso lavoro. Il progetto, come noto, nasce per attuare alcune delle azioni previste dai Piani di Azione Nazionali (PATOM e PACOBACE) per la tutela delle due popolazioni di orso bruno presenti in Italia, quella alpina e quella appenninica del nostro orso marsicano. Nei giorni scorsi, c’è stata l’ultima delle visite di monitoraggio cui periodicamente vengono sottoposti i progetti Life da parte della Commissione europea che ha visto nel ruolo di monitor la Dr.ssa Iva Rossi, del gruppo Astrale Thyunnamedmesis, che vigila per conto della Commissione sui progetti italiani, e di due funzionari della Commissione stessa: la Dr.ssa Ioana Cazan e il Dr. Thomas Foersch. Il progetto, coordinato dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, vede come partner le Regioni Abruzzo, Lazio e Lombardia, la Provincia Autonoma di Trento, il Corpo Forestale dello Stato, il WWF Italia, il Parco naturale Adamello Brenta, il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” dell’Università “La Sapienza” di Roma. In questi 4 anni nell’ambito del Progetto sono state compiute 390 azioni di prevenzioni sulle Alpi e 236 sugli Appennini, sono stati effettuati interventi di recupero e riqualificazione su 19 ettari di ramneti nel Parco d’Abruzzo e nel Parco Regionale dei Monti Simbruini, sono state installate in Appennino 20 sbarre e 40 cartelli per la chiusura di strade forestali, sono stati effettuati 105 incontri con allevatori, cacciatori, turisti e cittadini dei vari paesi dell’area di progetto, sono state coinvolte nei programmi didattici sull’orso 77 classi per circa 1400 alunni nelle Regioni Lombardia e Friuli e circa 180 classi per circa 3000 alunni nella Provincia di Trento. Sono state inoltre create squadre di intervento per la gestione degli orsi cosiddetti confidenti in Appennino, in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, che pur non essendo partner di progetto, è stato coinvolto nel programma di gestione di questi animali al fine di essere immediatamente pronti ad intervenire qualora si manifestassero simili problematiche nelle aree di nuova espansione della popolazione alpina di orso. Inoltre, nell’ambito del progetto, è stato effettuato il monitoraggio della popolazione di Orso bruno marsicano, utilizzando le più moderne ed adeguate metodiche genetiche al fine di avere una stima di popolazione accurata. Il monitoraggio, che è stato effettuato nel 2011 ad inizio progetto, ha permesso di stimare una popolazione di 49 individui ed è stato ripetuto nei mesi scorsi, a fine progetto, dandoci la possibilità di avere per l’inizio del prossimo anno nuovi e più aggiornati dati. Le risorse messe a disposizione dal progetto hanno inoltre consentito, quando in Appennino si è manifestato l’insorgere di un focolaio di cimurro, di avviare una forte campagna di sensibilizzazione a favore della vaccinazione dei cani e di distribuire 6500 dosi di vaccino. La visita di monitoraggio si è conclusa con una giornata di campo per la verifica di alcune delle attività svolte: durante il sopralluogo i funzionari della Commissione europea hanno dunque potuto prendere visione direttamente dell’intervento effettuato sui ramneti per incrementarne la produttività, delle opere di prevenzione installate presso aziende zootecniche e apicoltori del territorio del Parco, delle sbarre installate nell’ambito del progetto. “Con il progetto arctos, che  si avvia alla conclusione – a parere del Presidente Antonio Carrara – il Parco, insieme agli altri partner, ha avuto la possibilità di affrontare problematiche e di realizzare azioni e protocolli per la tutela dell’orso bruno marsicano oltre le attività ordinarie dell’Ente, che è esattamente la finalità che i progetti life si propongono”.

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