L’Aquila. E’ mistero sul ritrovamento di alcune ricette mediche provenienti dall’Abruzzo ritrovate nella terra dei fuochi. Come riporta “Prima da Noi” è stato padre Maurizio Patriciello, parroco che da anni si batte per denunciare il dramma della terra dei fuochi, a notare tra i rifiuti abbandonati nelle campagne tra Afragola, Caivano, Acerra e Casalnuovo migliaia di ricette mediche provenienti dall’Abruzzo. Sulla sua pagina facebook scrive: “Tra le mille porcherie di varia natura riscontrate nelle campagne tra Afragola, Caivano, Acerra e Casalnuovo, troviamo molti sacchi contenenti migliaia di ricette con tanto di nome e cognome del paziente, del medico curante e del farmacista, provenienti dalla Sicilia e dall’Abruzzo. I sacchi sono strapieni. Chi fu incaricato di dargli fuoco, chissà perché, non lo ha fatto e le ricette stanno là in bella vista. A dispetto della privacy dei pazienti. Così chiunque può venire a sapere di che cosa soffriva Tizio e quale malattia ha portato a morte Caio. Ma questo è il minimo. Una domanda ci brucia sulle labbra: come sono arrivate in Campania? Chi ce le ha portate? Perché? Non è logico, non è conveniente attraversare mezza Italia per smaltire in modo illecito quintali di carta. Perché non lo hanno fatto in Sicilia e in Abruzzo? È lecito pensare che chi ha ricevuto l’ incarico per smaltire legalmente le ricette, e non lo ha fatto, abbia ricevuto anche l’ incarico per smaltire rifiuti ospedalieri o altro? Attorno alle ricette scampate al fuoco è un solo, immenso rogo”. e prosegue “Quelle ricette con tanto di timbro, data e di firma dicono molto di più di quel che appare a prima vista. Ammettiamolo. Con umiltà e sofferenza. Le province di Napoli e Caserta sono diventate la pattumiera d’Italia. Questa è la cruda verità. Che tanti rifiuti arrivassero dal centro e nord Italia lo abbiamo sempre saputo. Camorristi pentiti e magistrati ce lo hanno detto a chiare lettere. Ma che addirittura dalla Sicilia i rifiuti salissero in Campania è stata una sorpresa amara. Naturalmente abbiamo chiamato Finanza e Carabinieri, allertato giornalisti e televisioni. Sui social, ancora una volta, il popolo avvelenato ha ripreso a denunciare, commentare, condividere la notizia. Possibile che siamo ancora a questo punto? Non è difficile risalire alla ditta appaltatrice. Le regioni Campania, Sicilia e Abruzzo hanno il dovere di indignarsi e chiedere scusa ai cittadini. Chiamare i volontari e ringraziarli. Avviare procedure contro i delinquenti che continuano a fare scempio della nostra terra. E provvedere a mettere fine a questo scempio. Le ricette incriminate stanno a dire che il traffico illegale e spietato dei rifiuti speciali non è finito. E non finirà finché chi ci governa non decide per davvero di farlo finire”. “Ho incontrato in questi anni medici, avvocati, magistrati, giornalisti, politici di buona volontà. A loro chiedo: « Secondo voi le ricette delle Regioni Sicilia e Abruzzo, da noi scoperte ieri nelle nostre campagne non dovrebbero essere sequestrate dalla amministrazione comunale? Non dovrebbe il sindaco denunciare la Regione Siciliana e quella abruzzese? Non potrebbe diventare questa una prova schiacciante che il via vai dei rifiuti speciali – a quanto apre non solo dal Nord – non è mai terminato? Chiedo ai miei amici su facebook di aiutarmi. Chiedo agli esperti di farsi avanti. Tutti insieme possiamo sperare di migliorare la situazione avvilente in cui ci troviamo.” C’è dunque da interrogarsi e non poco sulla vicenda della migrazione misteriosa delle prescrizioni mediche dei pazienti abruzzesi che si trovano in Campania, chi le ha portate lì e soprattutto perché.