Castelvecchio Subequo. “Questo 2022 appena iniziato dobbiamo considerarlo come l’anno della consapevolezza e del fare, vogliamo stimolare l’Amministrazione Comunale nel rendere più fruibile l’antico borgo di Castelvecchio Subequo”, lo afferma in una nota Sergio Giangregorio, presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi, Onlus attiva nella difesa dei diritti civili e nella valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, presente in Abruzzo con una propria articolazione regionale.
Giangregorio ha voluto ribadire la posizione del Ceos Onlus rispetto ai ritardi nel recupero degli edifici danneggiati dal sisma del 2009: “Dobbiamo”, ha affermato, “aprire un dibattito sugli ostacoli che ancora oggi, a 13 anni dal terremoto, impediscono al Borgo di Castelvecchio la completa rinascita. Occorre facilitare il ritorno dei cittadini nelle abitazioni già recuperate incrementando l’illuminazione nei vicoli rendendoli più sicuri per gli abitanti ed i visitatori. La luce, infatti, rende più affascinanti le architetture del passato che parlano di materialità, di riflessi, di chiari scuro, di atmosfere magiche. Per fare un esempio il belvedere del paese si trova incastonato in una splendida ed unica terrazza che insiste sulla valle sottostante, un valore aggiunto per il paese ma nonostante sia molto frequentato da gli abitanti e dai turisti resta inspiegabilmente al buio dal 2009 e non sembra una priorità illuminarlo, molta demagogia elettorale sull’argomento, promesse perenni, ma nessun intervento, eppure i costi sarebbero minimi ed i vantaggi enormi. La nostra proposta, quindi è illuminare con una dignità architettonica tutto il borgo, posizionando delle istallazioni con la descrizione dei recuperi edilizi già eseguiti con quelli in corso e con i futuri, proponendo un percorso misurabile del work in progress sulla ricostruzione. Occorre, inoltre, sensibilizzare la Saca Spa, Società che gestisce la fornitura dell’erogazione dell’acqua a bonificare le condotte idriche poiché le stesse nel centro storico hanno significate perdite che disperdono acqua nel terreno, danneggiando anche le abitazioni già ristrutturate con risorse pubbliche. Il Comune è proprietario dell’acquedotto, ci aspettiamo un intervento decisivo dell’Amministrazione per mettere in sicurezza le condotte, nella considerazione che la Saca SPA vanta una certificazione di qualità del servizio ISO 9901 in base alla quale deve garantire trasparenza ed efficienza. Esprimiamo, infine, solidarietà è comprensione verso tutti quei cittadini che aspettano inutilmente, da anni di vedere ricostruita la propria abitazione, ma purtroppo la farraginosa burocrazia dell’iter amministrativo per la ricostruzione dilata a dismisura i tempi di recupero degli edifici, occorre cercare di velocizzare al massimo le procedure. Nonostante le criticità narrate, molte cose sono state già fatte ed il Centro storico di Castelvecchio è tornato a vivere parzialmente già dal 2018 quando sono state riconsegnate le prime abitazioni ai proprietari, così la storica via Santa Caterina si è ripopolata, riqualificando con la presenza dei cittadini un’area ormai demograficamente desertificate”.
“Pensiamo”, ha concluso il presidente del Ceos Onlus, “che sia questa la strada da percorrere, facilitare il ripopolamento del Centro storico migliorando anche l’illuminazione e gli arredi urbani, cercando un equilibrio tra la gestione dei cantieri aperti e la quotidianità degli abitanti dei luoghi. Occorre, però, essere concreti e trasformare le promesse in azioni altrimenti saremo di fronte soltanto ad un esercizio di retorica”.