Pescasseroli. Dopo la cattura dell’orsa JJ4 in Trentino, gli animalisti si sono interrogati sulla sorte dei suoi cuccioli lasciati liberi in natura ancora troppo piccoli e senza la loro madre.
Mamma orsa si è resa responsabile della morte del giovane runner Andrea Papi. Un’aggressione violenta che ha lasciato sconvolta l’opinione pubblica, divisa tra chi vorrebbe l’immediato abbattimento del plantigrado e chi invece vorrebbe lasciarla libera nel suo habitat naturale.
Quando è stato catturato, l’animale si trovava insieme ai suoi 3 cuccioli. Ad intervenire sulla sorte dei piccoli è Maurizio Casiraghi, professore di Zoologia ed evoluzione all’Università Milano Bicocca “Non è detto che ce la facciano”, dichiara Casiraghi.
” I piccoli sono di circa 2 anni di età e di 35-40 chili di peso”, spiega . “Ci sono precedenti in cui cuccioli simili a questi sono sopravvissuti. Di solito i piccoli stanno con la madre fino a 4 anni. Però succede che in natura perdano la madre anche prima di allontanarsi da lei. Se hanno effettivamente 2 anni ce la possono fare, anche se per loro non è la situazione ideale”.
“I boschi trentini per loro non sono così pericolosi come quelli, per esempio, del Nord America. Da noi l’orso non ha predatori, anche se ora c’è la presenza del lupo. In generale gli orsi trentini non sono in difficoltà, gli inverni non sono freddissimi e le condizioni ambientali sono discrete, a parte la siccità”.
Ad intervenire sulla vicenda è anche Luciano Sammarone, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
“Sono contro l’abbattimento di Jj4. Un orso, su una popolazione di 100 esemplari, non cambia la situazione”.
Ma aggiunge: “se deve passare la sua vita al Casteller, che è una specie di lager per gli orsi, allora tanto vale l’eutanasia”. Quanto accaduto ad Andrea Papi, aggredito a inizio aprile, per l’esperto “è una tragedia che deve farci ripensare a come ristabilire un patto di tolleranza tra orsi e uomini”.