Lanciano. Applicazione del green pass nei luoghi di lavoro da domani, 15 ottobre, anche la Sevel si è organizzata e lo ha illustrato e discusso con il Comitato Covid di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm. L’azienda si attiverà per una diffusa opera di informazione a tutti i lavoratori, anche attraverso la cartellonistica, all’ingresso e nei reparti, nel rispetto del decreto che avrà validità fino al 31 dicembre. Per il rispetto della privacy le verifiche del green pass saranno svolte dal personale di sorveglianza attraverso l’apposita app ministeriale.
I controlli a campione potranno essere fatti all’ingresso, durante l’orario di lavoro o all’uscita dallo stabilimento. Chi non è in possesso di green pass non potrà entrare. Nelle disposizioni Sevel ai lavoratori che saranno fermati all’ingresso perché non hanno il green pass sarà consegnata una lettera con le informazioni sulle motivazioni per cui non gli si consente l’ingresso e come eventualmente attivarsi per ottenerlo.
Gli stessi conserveranno il posto di lavoro, saranno sospesi dalla retribuzione, ma non potranno ricevere nessuna contestazione disciplinare. Coloro che sono esentati dal green pass dovranno esibire la relativa certificazione. I controlli durante e alla fine dell’orario di lavoro non potranno essere discriminatori. Come previsto dal decreto, l’azienda comunicherà alla Prefettura il nominativo di chi venisse trovato privo di green pass durante l’orario di lavoro. Agli stessi sarà inviata una contestazione disciplinare. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto e ottenuto che l’eventuale sanzione, alla prima infrazione, non possa essere il licenziamento.
Il green pass sarà controllato anche a tutti i fornitori e i visitatori esterni. I sindacati hanno chiesto a Sevel, che non l’ha accolta, la disponibilità a farsi carico di tutto il costo dei tamponi. Per le comunicazioni del lavoratore non è in possesso di green pass vanno inviate tramite fax o pec e in alternativa in presenza all’ingresso sorveglianza. “Siamo soddisfatti che la Sevel è stata innovativa nei protocolli anti covid”, dice Nicola Manzi, segretario Uilm di Chieti – Pescara, “ma riteniamo impraticabile la scelta decisa dal decreto che i lavoratori non vaccinati devono pagarsi il tampone per andare a lavoro. Non stanno andando nelle discoteche. Anche per loro va rispettato il diritto di accedere nei luoghi di lavoro. Ci sono poi persone che non possono vaccinarsi per varie motivazioni, o perché non vogliono, e tutto questo non è accetabile”.