L’Aquila. Una realtà in cui la distanza tra scienza e grande pubblico si fa più breve, in cui è possibile parlare di ricerca con un linguaggio semplice, ma senza semplificazioni, in cui scienziati e cittadini possono condividere lo spazio di una piazza o di un locale sotto il segno della curiosità. Sharper, Notte Europea dei Ricercatori, è stato questo e molto altro per L’Aquila, nonostante la seconda edizione abbia visto un percettibile calo di presenze, nonostante il tempo non sia stato un compagno fedele. Questa manifestazione, messa in piedi per metà grazie ai Fondi Europei del programma “Horizon 2020” e per l’altra parte da enti ed associazioni pubbliche e private, dimostra come la ricerca nel nostro Paese non sia poi così relegata in un angolo. Tanti giovani volontari, studenti dell’Università dell’Aquila e non, si sono offerti per questa giornata, gli stessi che hanno gestito l’incredibile caccia al tesoro scientifica, che nei “pop-up shops” al Palazzetto dei Nobili hanno proposto ai visitatori le più svariate tematiche di ricerca, che hanno divertito i bambini con spettacoli teatrali e con laboratori da veri “piccolo chimico”. Nove i luoghi della manifestazione, disseminati nel centro storico, a cui si sommano i sette locali che hanno ospitato i cosiddetti “Science Happy Hour”, l’occasione di trovarsi a tu per tu con scienziati e studiosi, davanti ad un aperitivo o ad una cena. Piazza Duomo ha rappresentato il cuore di Sharper: esibizioni con i più innovativi sistemi areomobili a pilotaggio remoto (meglio noti come “droni”) si sono alternate a dimostrazioni scientifiche di uno strumento un po’ bizzarro, qual è il boomerang del campione del mondo Andrea Sgattoni. Una fedele riproduzione della DeLorean di “Ritorno al Futuro II” ha attirato poi tanti curiosi: il denaro ricavato verrà devoluto in beneficenza. Al calar del sole è stata la volta di “Light City Dress”, spettacolo di luci sulla maestosa facciata della Chiesa di San Massimo. Tante iniziative insomma, difficile elencarle tutte, che hanno abbracciato anche il mondo della storia e dell’archeologia. Il cortile di Palazzo Cappa, uno dei primissimi edifici storici restaurati nel post sisma, ha ospitato ad esempio, tra le note di una viella, i versi del cronachista aquilano Buccio di Ranallo, spiegati e ricontestualizzati da professori e ricercatori dell’Università dell’Aquila. Un ripercorrere le principali tappe della storia aquilana, in un’atmosfera stupenda. Per non parlare poi dei ragazzi di “Arqueologia”, che nei locali del GSSI hanno sfruttato la tecnica all’avanguardia dell’ologramma, per raccontare le vicende storico-artistiche delle chiese aquilane “capoquarto”. In questa edizione, a sera, il via ad una serata di musica e discoteca, firmata Dabadub Sound System e Carosone dj, tra scienza e divertimento. Diego Renzi