Sulmona. “Io vedo attraverso l’occhio, non con l’occhio”, diceva il grande poeta e pittore inglese William Blake. Questo celebre motto ben si presta a descrivere l’opera di un giovanissimo artista di Sulmona, Giovanni M. Cantelmi, da qualche tempo conosciuto anche con l’aka KTM, che recentemente ha esposto alcuni suoi lavori presso i locali della Rotonda di San Francesco della sua città, in una collettiva allestita dal DalVeroLab, fondato da Marco Maiorano con il preciso intento di dare spazio ai metodi e alle tecniche di rappresentazione più moderni, privilegiando la completa libertà di approccio alla figura di ogni suo singolo componente.
E proprio quest’ultima sembra essere la peculiarità più significativa nei quadri e nei disegni del classe ’99 ovidiano: osservandoli, infatti, appare subito evidente il suo preponderante interesse nello sviscerare i moti interiori degli esseri umani e degli animali piuttosto che cercare una loro mera, corretta resa formale.
Ne vengono fuori dei soggetti estremamente tesi, vibranti, nei quali alla grande attenzione per il particolare che deve rivelare lo stato d’animo allo spettatore, si affianca un atteggiamento volutamente blasé verso tutto ciò che non concorre ad un processo di significazione emotiva, in un “vortice” percettivo che sembra rimandare alla lezione di Egon Schiele e degli espressionisti tedeschi, ma anche a certo Gauguin per la scelta spesso accesa dei colori e a Picasso in alcune singolari scomposizioni dei corpi (d’altronde, fin da giovanissimo, egli si dedicava ad una riproposizione delle mappe o delle piante di grandi metropoli, caratterizzandole con una sua personalissima visione prospettica).
Per Cantelmi, che, data l’età sta ancora completando il suo percorso formativo e sperimentando nuove soluzioni stilistiche, è lecito prevedere un roseo avvenire nel mondo dei pennelli e delle matite.