L’Aquila. La conta dei giorni in zona gialla non va sicuramente bene per l’Abruzzo, il quale, come sempre ormai, è fanalino di coda con soli 18 giorni durante la seconda ondata della pandemia. Un lasso di tempo che, quindi, si estende dallo scorso anno fino ad oggi.
Attività chiuse e ristoranti chiusi ad oltranza. Da una prima fase in cui si tendeva ad applicare minor rigore, fino poi d’improvviso, a causa del congestionamento degli ospedali, ad una fase in cui si è ricorsi spesso alle zone rosse per limitare l’insorgenza di focolai.
A tutt’oggi l’Abruzzo da lunedì torna in zona gialla da mesi, è quasi un evento storico. Da questo quadro, diametralmente opposto alla contigua regione Lazio, emergono però tutte le criticità di assistenza e di organizzazione della campagna vaccinale, di una Asl che ha troppe pecche nella filiera organizzativa. Un Abruzzo da ripensare.