Pescara. Terrorizzati e angosciati per i familiari rimasti in Ucraina, sono arrivati domenica sera a Roma Denys, che i suoi 8 anni li ha passati quasi tutti in ospedale per guarire dalla leucemia, e Mariana, sua mamma, che saranno ospitati dalla Casa di Peter Pan per poter proseguire controlli ecure.
A raccontare la storia è l’Ansa. In Ucraina, Denys ha avuto tre recidive e ha la vista compromessa dalle forti dosi di chemioterapia. Circaun anno e mezzo fa è arrivato in Italia all’ospedale Bambino Gesù dove gli è stato fatto il trapianto del midollo, con successo.
A dicembre dell’ anno scorso il rientro in Ucraina. I primi di aprile doveva rientrare in Italia, accompagnato dalla mamma per sottoporsi ai controlli programmati.
Ma per lo scoppio della guerra sono costretti ad anticipare la partenza, lasciando l’Ucraina nel primo giorno dei bombardamenti. La prima accoglienza è stata presso una famiglia in Polonia, dove si sono potuti fermare solo per qualche giorno, così dopo poco, Mariana si è trovata senza soldi per pagare un alloggio e per mangiare. Grazie a un tam tam di
solidarietà, la sua richiesta di aiuto è arriva alla Federazione Italiana delle Associazioni di Genitori e Guariti Oncoematologia Pediatrica (Fiagop) che ha subito informato l’associazione federata Peter Pan Odv. “Abbiamo avviato tutta la nostra macchina di solidarietà e siamo pronti a fornire accoglienza, sostegno psicologico e tutto
il supporto necessario ai bambini oncoematologici e a alle loro famiglie che arrivano in Italia in fuga da un conflitto così atroce”, spiega Roberto Mainiero, presidente di Peter Pan Odv, associazione già ben rodata nell’accoglienza di famiglie dall’estero, che solo nel 2021 hanno rappresentato il 30% sul totale degli arrivi.
È qui che Denys e Mariana sono arrivati finalmente domenica sera e dove altri bimbi con le loro madri arriveranno nei prossimi giorni. Al momento il flusso di pazienti pediatrici oncologici, spiega il presidente Fiagop Angelo Ricci “è in lento progresso, ma non così veloce come noi vorremmo. Purtroppo non è semplice, dalla Polonia e dalla Romania, nonostante l’impegno, distribuire i piccoli pazienti nei vari stati europei che possono ospitarli. Però alcuni sono arrivati, ad esempio nel Lazio, in Toscana, in Piemonte e in Lombardia, accompagnati dalla loro mamma e da un fratellino o una sorellina”. E stanno già ricevendo le cure interrotte dalla guerra. “C’è ancora moltissimo da fare ma le associazioni sono pronte e ansiose di fare la loro parte”.