L’Aquila. La Corte dei Conti Abruzzo, con delibera 104 del 5 aprile, ha esposto una serie di criticità per gli enti locali per il mancato monitoraggio dei Fondi concessi dal PNRR per l’anno 2022.
“E’ importante, garantendo la migliore efficienza, efficacia ed economicità della propria capacità di spesa, il
monitoraggio; che ha permesso di individuare le criticità nelle risposte dove sono stati talvolta riscontrati dubbi,
da parte degli Enti interpellati, in ordine alla loro stessa qualità di soggetti attuatori (taluni Enti responsabili
dell’attuazione del progetto hanno ritenuto di non doversi qualificare come tali, utilizzando invece termini
nemmeno previsti dalla normativa), ovvero in ordine alla individuazione della Amministrazione centrale
titolare dell’intervento”.
Alcuni comuni “pur definendosi (soggetti attuatori), si sono qualificati come (Autorità centrali titolari dell’intervento)”. Un ulteriore criticità che ha rilevato la Corte è risultata quella attinente all’utilizzo del sistema ReGiS, sistema previsto e implementato non solo al fine della rilevazione dei dati ma rivolto alla rilevazione e diffusione dei dati di monitoraggio del PNRR, ma anche della rendicontazione e al controllo previsti dalla normativa vigente.
“I Comuni – recita la delibera 104 – hanno infatti segnalato la difficoltà nella rendicontazione attraverso la piattaforma”. Inoltre l’elaborazione dei dati da parte della Corte dei Conti, ha consentito di rilevare che “l’esecuzione del Piano coinvolge nel territorio abruzzese anche gli Enti di dimensioni più ridotte, per la possibilità epocale di attingere a risorse importanti sui sei “pilastri” individuati dalla normativa europea: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che comprenda coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione, e un mercato interno ben funzionante con PMI forti; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, al fine, fra l’altro, di rafforzare la capacità di risposta alle crisi e la preparazione alle crisi; politiche per la prossima generazione, l’infanzia e i giovani, come l’istruzione.