L’Aquila. Il presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio non arresta la voce neanche in Toscana, riguardo i fondi europei e il nuovo ciclo di programmazione dei prossimi 6 anni: “Noi abbiamo il nuovo ciclo da programmare. C’è intanto un appello che voglio fare: si parla spesso, anche con qualche esagerazione, di spendere questi fondi. Io segnalo che il ciclo di programmazione 2021-2027 non è ancora cominciato perché lo Stato nazionale e l’Unione europea non ha ancora fatto l’accordo di parternariato”.
“Noi sono mesi che mordiamo il freno, abbiamo pronti i nuovi programmi operativi regionali per fare gli investimenti che servono e che riteniamo necessari, abbiamo fatto una lunga concertazione con centinaia di parti sociali, e pero’ questi programmi non li possiamo presentare e quindi non cominceremo a spendere se non prima della fine del 2022″. Questo quanto affermato dal presidente regionale a margine del ‘Festival dell’ottimismo’ in svolgimento a Firenze. “Non credo che questo sia un metodo efficace, poi è troppo facile mettere le regioni sul banco degli imputati quando non si spende”, ha aggiunto Marco Marsilio. “I dati che recentemente ho pubblicato sui miei canali social dimostrano che semmai le regioni sono capaci di spendere mediamente il doppio di quello che riesce a spendere lo Stato nazionale attraverso i programmi operativi gestiti dai ministeri”.
Alla domanda se il presidente regionale abbia ricevuto risposte da parte del ministro della giustizia, Marta Cartabia, a cui ha scritto recentemente per il pericolo di chiusura di alcuni tribunali sul territorio abruzzese – che verrebbero accorpati dalle sedi esistenti a L’Aquila e Chieti – Marsilio ha risposto: “In Parlamento abbiamo avuto una grande solidarietà trasversale che purtroppo non si è ancora concretizzata in una norma di legge. Ho chiesto al ministro Cartabia di ricevere noi, gli ordini professionali, ed i sindaci di queste città per cui si minaccia la soppressione definitiva del tribunale, quando per altro i tribunali accorpanti, cioè L’Aquila e Chieti, non hanno nemmeno lo spazio fisico disponibile e pronto per accorpare, ognuna delle due sedi, altri due tribunali, non uno solo”.