L’Aquila. Sono 410 mila i ricoveri per interventi chirurgici da riprogrammare. Nel periodo di sospensione scattato a febbraio per i casi differibili e non urgenti a causa della pandemia, è stato infatti rinviato il 75% degli interventi chirurgici in regime ordinario, senza contare i day hospital. La stima è stata
elaborata dalla Società di ricerche di mercato e consulenze Nomisma nell’analisi “Riprogrammazione degli
interventi chirurgici, liste d’attesa e mobilità sanitaria: il Covid spingerà gli italiani a curarsi vicino a casa?”.
Nel rapporto viene sottolineato che da questo conteggio sono esclusi i ricoveri con diagnosi di tipo oncologico. “Per un intervento programmato di bypass coronarico o di angioplastica coronarica, che in genere richiedono un’attesa media nazionale di 20-25 giorni, i tempi potranno raggiungere i quattro mesi, mentre per un impianto di protesi d’anca si potranno superare i sei mesi”, dicono Maria Cristina Perrelli Branca e Paola Piccioni, analiste di Nomisma. Che evidenziano anche: “Il persistente timore del contagio, accentuato nel caso di condizioni di salute precarie e le criticità legate agli spostamenti (prime fra tutti la disponibilità e i costi dei biglietti aerei) rallenterà la mobilità sanitaria di breve-medio periodo”