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Entusiasmo d’altri tempi a L’Aquila per il match tra Zebre e Dragons. In 6000 riempiono il Fattori

Federico Falcone di Federico Falcone
15 Aprile 2018
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L’Aquila. Un pomeriggio di passione, aggregazione e condivisione. Un pomeriggio che, più semplicemente, il popolo abruzzese della palla ovale meritava. Perchè l’Abruzzo, terra di rugby e rugbisti, ha conosciuto e amato questo sport ancora prima che esso conoscesse l’incredibile esposizione mediatica avvenuta dopo l’ingresso dell’Italia nel prestigioso ed elitario VI Nazioni. E anche se i fasti della grande L’Aquila Rugby sono lontani e l’Avezzano Rugby sta rialzando la testa dopo un periodo di appannamento, l’entusiasmo di questa terra non è mai venuto meno nei confronti di questo sport che con gli abruzzesi condivide gli stessi, identici, valori: orgoglio, fierezza, coraggio. Erano quasi 6000 gli spettatori che ieri hanno gremito le tribune dello stadio Tommaso Fattori de L’Aquila per assistere al match tra le Zebre, una delle due franchigie federali, e i Dragons di Newport, Galles. L’incontro, valevole per il torneo celtico del Guinnes Pro14, ha richiamato appassionati da tutto il centro-sud Italia, dimostrazione, questa, di come la Federazione Italiana Rugby farebbe bene a investire anche da Roma in giù, puntando a sviluppare un movimento ricco di entusiasmo ma povero di sbocchi e mezzi.

Prima della sfida tra i bianconeri di Parma e i rossi gallesi, a dare il via a una grande giornata di sport è stata la partita tra L’Aquila Rugby Club e il Cus Genova, con la vittoria di quest’ultimi per 47 a 26. Troppo forti i liguri che, dopo la vittoria di ieri, guidano il girone 1 della Poule Promozione con otto vittorie in altrettante partite. “E’ stata una buona partita giocata nonostante i nostri limiti di organico – ha dichiarato il direttore tecnico neroverde Vincenzo Troiani – i ragazzi hanno retto bene, fino a quando abbiamo avuto la possibilità di fare cambi. Ringrazio la squadra che ha dato tutto, anche oltre le proprie capacità fisiche. Terremo duro per le ultime due partite di campionato“. Show durante la pausa tra i due match, con gli sbandieratori aquilani a intrattenere il pubblico presente. Hanno calcato il manto verde anche i piccoli atleti del team Special Olympics – Abruzzo l’associazione sportiva internazionale che organizza attività ed eventi sportivi per persone con disabilità intellettiva. A loro è stato devoluto parte dell’incasso.

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Alle 17.00 le Zebre hanno fatto il loro ingresso in campo, capitanati dal centro della nazionale Tommaso Castello. Acclamatissimi Minozzi, Canna, Lovotti,  Biagi e, soprattutto, Giovanbattista Venditti che in Abruzzo è di casa, essendo nato e cresciuto rugbisticamente tra i gialloneri dell’Avezzano Rugby. Pronti e via, dopo pochi minuti Violi realizza la meta del vantaggio, prontamente trasformata da Canna. La partita sembra incanalata sulla strada giusta ma è solo un’illusione poichè i Dragons, complici i tanti, troppi errori difensivi dei bianconeri, marcano tre mete in successione chiudendo il primo tempo sul 10 – 26. I secondi quaranta minuti sono tutt’altra storia, però. Le Zebre partono forte e dopo cinque minuti schiacciano in meta con Castello. Sei minuti dopo è D’Apice a portare a casa il bottino grosso al termine di un’azione di mischia dirompente. Siamo sul 22-29 e il pubblico inizia a credere nella rimonta. Il XV italiano è uscito dagli spogliatoi determinato, convinto e concentrato. In attacco si vede la differenza e in difesa gli errori vengono limitati, nonostante numerose ombre. E’ l’apertura Canna a realizzare la meta del 34 – 32 che assegna la vittoria alle Zebre. Si chiude su questo risultato una partita a due facce del team guidato da Michael Bradlay, poco lucidi e concreti nel primo tempo, cinici e determinati nel secondo. Una vittoria che fa bene al morale, da dedicare al numeroso pubblico accorso per una grande giornata di sport. Il finale è riservato a una pacifica invasione di campi in cerca di autografi e foto ricordo con i giocatori che, fino all’ultimo bambino o adulto, hanno accontentato tutti. Il rugby: lo sport che unisce.

Federico Falcone

 

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