Teramo. E’ una mobilitazione permanente quella avviata a Teramo da una quindicina di sindaci del cratere del terremoto del Centro Italia, riuniti da quello di Teramo, Gianguido D’Alberto, tra i quali i primi cittadini di Norcia, Nicola Alemanno, e di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, oltre ai vertici dell’Anci, con il coordinatore nazionale Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia. Alla base c’è l’insoddisfazione per il mancato accoglimento degli emendamenti al decreto sblocca cantieri, in conversione legge al Senato, in particolare sul personale dei Comuni e degli Uffici speciali per la ricostruzione e le dotazioni finanziarie ad esso collegate. “Vogliamo che il Governo inserisca della legge di conversione del decreto sblocca cantieri in discussione al Senato domani – ha detto D’Alberto – vengano accolte le richieste che i sindaci stanno facendo per salvare i loro territori. Al momento la risposta è stata totalmente insufficiente – ha aggiunto il sindaco di Teramo -, oggi parte una mobilitazione permanente che seguirà i lavori parlamentari, ma che rimarrà ovviamente in piedi fino a che i nostri territori non conosceranno risposte che meritano”.
Dai primi cittadini con le fasce tricolore, riuniti simbolicamente sotto il loggiato della sede municipale inagibile per il sisma, arriva un coro unanime. “A Norcia”, ha detto il sindaco della cittadina umbra, “il presidente del Consiglio, alla presenza di tanti amministratori e tecnici, aveva chiesto esplicitamente che venissero accolti tutti gli emendamenti che avevamo concordato: si era reso conto che fossero necessarie le modifiche alle norme, perché la ricostruzione non è soltanto quella materiale delle case, ma comprende anche fiscalità, sostegni alle imprese, paesaggio. Noi dobbiamo sbloccare il più grosso cantiere del Paese: siamo disposti a rimetterci a sedere a un tavolo, ma non possiamo perdere questo ultimo treno”.
Anche il sindaco di Arquata del Tronto, come Mangialardi e D’Alberto, che non hanno escluso forme di protesta più forti come il blocco della Salaria o l’invasione pacifica del Parlamento a Roma, hanno ribadito che “servono misure straordinarie per una situazione grave e le vogliamo subito, dentro al decreto sblocca cantieri”. “Le elezioni sono passate”, ha detto Petrucci, “le promesse sono state tante, adesso vogliano che vengano mantenute, noi non possiamo più sentire le nostre popolazioni lamentarsi”. La partita si gioca a Roma – hanno detto a gran voce i sindaci, molti dei quali arrivati dai Comuni della zona montana teramana e aquilana – “si tratta di una chiamata di responsabilità per tutti i parlamentari, si stringano attorno al territorio – ha concluso D’Alberto – per dare risposta ai territori come noi sindaci stiamo facendo da due anni e mezzo. Potremo ripartire solo attraverso modifiche legislative, adesso è il momento di farle”.