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Elisuperficie ospedale Pescara, Pettinari: “Sia fatta chiarezza”

Luna Zuliani di Luna Zuliani
22 Gennaio 2022
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Pescara. “Presento un esposto alla procura della repubblica e un’interpellanza regionale destinata all’assessore Verì e al presidente Marco Marsilio, per fare chiarezza sul caos legato all’elisuperficie dell’ospedale di Pescara: ferma dal 2017, perché la piattaforma di atterraggio non sarebbe in grado di sopportare il tonnellaggio dei nuovi elicotteri messi a disposizione dalla ditta aggiudicataria del servizio”. A chiedere chiarezza con due atti di massimo controllo, come l’esposto e l’interpellanza regionale, è il vicepresidente del consiglio regionale Domenico Pettinari, che questa mattina nel corso di una conferenza stampa ha ripercorso tutte le tappe salienti della vicenda.

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“La vicenda è contornata da circostanze nebulose in cui sbucano progetti commissionati e mai utilizzati”, continua, “lavori progettati e mai realizzati; delibere su delibere che dicono tutto e il contrario di tutto. Alla luce della lettura dei carteggi sembra delinearsi un grande spreco di risorse pubbliche. Sono anni che mi batto affinché venga fatta luce sull’elisuperficie dell’Ospedale Santo Spirito di Pescara. Abbiamo studiato le carte e cercato di mettere ordine in sette anni di caos burocratico che di fatto hanno tenuto in ostaggio un servizio fondamentale per la sicurezza dei cittadini. In Abruzzo, infatti, sono solo due le basi destinate alla partenza degli elicotteri di emergenza, L’Aquila e Pescara.

“L’eliporto pescarese”, spiega nel dettaglio Pettinari, “era collocata sul tetto del parcheggio dell’Ospedale Santo Spirito per consentire l’immediato accesso in Pronto Soccorso dei pazienti. Nel 2017, a seguito del nuovo bando per l’affidamento del servizio di elisoccorso, la Asl dispone di elicotteri di diversa tipologia che però si sarebbero scoperti troppo pesanti per essere supportati dall’elisuperficie a causa del tonnellaggio superiore rispetto al mezzo precedente. Una barzelletta, che però è costata agli abruzzesi centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici. Infatti, per colmare questa problematica, l’elicottero non viene più fatto atterrare in ospedale ma viene dirottato verso l’aeroporto di Pescara. Una volta lì un’ambulanza privata, pagata dalla stessa ASL 3.800 euro al mese più 0,39 cent a chilometro percorso, trasporta il malato fino in ospedale. Una spesa, a mio parere inutile, effettuata con fondi pubblici che, invece di essere utilizzati per adeguare l’eliporto alle esigenze del nuovo mezzo, si sono spesi per pagare l’affitto di un’ambulanza che funge da navetta tra l’aeroporto e l’ospedale. Il dato più allarmante è che un paziente con politraumi invece di arrivare direttamente in pronto soccorso e in pochi minuti avere l’assistenza medica, si trova a dover essere trasportato dall’Aeroporto e allungare di molto il tempo di intervento per le prime cure salvavita. In alcuni casi anche 5 minuti fanno la differenza tra la vita e la morte”.

“Già così la vicenda apparirebbe grottesca”, prosegue, “ma a ingarbugliare ulteriormente la situazione c’è un cambio di rotta sull’agibilità dell’elisuperficie. Infatti la Asl ha dapprima affidato un progetto di adeguamento dell’eliporto, con una stima di spesa di 500 mila euro, per i lavori strutturali che avrebbero consentito alla piattaforma di sostenere il tonnellaggio dei nuovi mezzi. Ma inspiegabilmente questi lavori, seppur progettati, rimangono su carta e non vengono mai eseguiti. Probabilmente, e qui sta il paradosso, questo stop si deve a un’inversione di marcia in cui improvvisamente si sostiene che l’elisuperficie, a differenza di quanto sempre affermato in precedenza, poteva tranquillamente permettere l’atterraggio dei nuovi mezzi e che quindi non sarebbero serviti lavori di rifacimento e potenziamento della struttura, ma solo della segnaletica e della pavimentazione. Ed è per questo che nel mese di ottobre del 2020, dopo ben 4 anni dal dirottamento in aeroporto del servizio, con i costi e disagi che abbiamo evidenziato, la ASL pubblica il bando per l’affidamento dei lavori necessari alla riattivazione della piattaforma, stavolta per un importo a base d’asta di oltre 375 mila euro per rifare pavimenti e segnaletica. Ma anche questi lavori, che sembrano essere stati ultimati a luglio 2021, evidentemente non hanno permesso lo sblocco della situazione visto che a oggi l’elisuperficie non è ancora funzionante”.

“Ultima ciliegina sulla torta”, incalza Pettinari, “riguarda lo studio aeronautico per ottenere l’autorizzazione Enac: a soli 4 mesi di distanza, l’ultima a gennaio 2022, la Asl incarica due ditte diverse per realizzazione dello studio di cui comunque non si hanno attualmente notizie. A oggi, dopo 7 anni dall’inizio del farraginoso iter, l’unica notizia certa che abbiamo è che l’elisuperficie dell’Ospedale di Pescara non è ancora attiva, che continuiamo a pagare un servizio di trasporto che probabilmente si poteva evitare e che sono stati pagati con soldi pubblici studi e progetti spesso lasciati nel dimenticatoio. Ma soprattutto è certo che i pazienti che hanno bisogno di trasporto urgente sono ancora costretti a fare la gincana sul traffico della tiburtina per essere trasportati dall’aeroporto al Pronto Soccorso. Alla luce di tutto questo credo sia indispensabile da un lato l’azione ispettiva di Regione Abruzzo che ha il controllo delle Asl e, dall’altro, l’intervento dell’organo di controllo della Procura per capire se si sono verificate situazioni degne di approfondimento giudiziario”.

“Noi continueremo a tenere il faro acceso su quello che è accaduto e a chiedere costantemente che questa emorragia di denaro pubblico finisca il prima possibile, ripristinando a Pescara un servizio fondamentale per il cittadino come quello dell’eliporto nell’ospedale”, conclude.

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