L’Aquila.”Si registra un arretramento del centrodestra anche in Abruzzo: sommando a livello regionale le percentuali delle diverse forze non si arriva nemmeno lontanamente alla percentuale ottenuta di recente alle regionali e alle europee. La Lega cala nettamente, Fratelli d’Italia non compensa, l’Abruzzo si inscrive nel trend che riguarda tutto il centrosud”. Così Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese, in una conferenza stampa all’Aquila, di bilancio dei risultati delle elezioni amministrative di domenica e lunedì. Insieme al presidente, Manola di Pasquale, e al capogruppo in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, Fina ha risposto all’attacco di ieri del sindaco di Francavilla al Mare (Chieti), Antonio Luciani, che aveva invitato alla dimissioni il segretario regionale per aver perso in Abruzzo, in controtendenza con quanto il partito ha fatto a livello nazionale. “Invito Luciani a un confronto in diretta Facebook solo dopo il voto dei ballottaggi per concentrarsi fino ad allora sugli ultimi giorni di campagna elettorale”.
“Le divisioni del centrodestra sono un riflesso delle insoddisfazioni dei cittadini per l’operato dell’amministrazione regionale a guida Marsilio. Pur non essendo in partenza una tornata favorevole per il centrosinistra, nella città capoluogo in cui si votava, Chieti, i dati ci parlano di una bocciatura del candidato del centrodestra, Fabrizio Di Stefano. Il nostro candidato, Diego Ferrara, è in grado di parlare a tutta la città e di intercettare il consenso di una parte larga. E ad Avezzano non è finita”. In generale, spiega Fina, per quanto riguarda il quadro degli altri Comuni “quasi dappertutto il Partito Democratico conferma i sindaci e le amministrazioni uscenti, altri Comuni li conquistiamo con risultati clamorosi, penso ai centri in provincia di Pescara e dell’Aquila. In altri non ce l’abbiamo fatta perché abbiamo ereditato divisioni del passato, ma rivendichiamo di non averne aggiunte di nuove: anche dove ha perso, il Pd c’è, come infrastruttura democratica”, che a livello regionale dal voto acquisisce “la responsabilità di prepararsi a essere alternativa in una fase politica particolarmente delicata, in cui si intersecano la crisi economica che mostrerà ancora conseguenze nei prossimi mesi e la necessità di gestire la notevole mole di risorse in arrivo dall’Unione europea, che dovranno cambiare anche l’Abruzzo”. Le direttrici sono quelle percorse dall’inizio del mandato da segretario, lo scorso anno, ovvero il Pd come “forza coalizionale, che parla alle forze di sinistra, civiche e moderate, che continua il dialogo con il Movimento Cinque Stelle”.
Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ha spiegato che “le elezioni locali hanno chiaramente un impatto a livello regionale, già in atto. Il segnale evidente è quello di un presidente che arriva da fuori e che non riesce nella gestione e nella lettura del quadro politico a costruire unità”. Paolucci sul risultato di Chieti: “Ferrara, al contrario di Di Stefano, ha raccolto migliaia di voti in più delle liste che le sostengono. Può raccogliere al ballottaggio il consenso di tutti quelli che chiedono il cambiamento rispetto alla gestione degli ultimi dieci anni. E’ stata bocciato l’approccio presuntuoso di chi ha voluto imporre i candidati da Roma”.