L’Aquila. “Mancherà a tutti, soprattutto all’Aquila. Arrivederci maestro”: con queste parole il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, ricorda e saluta Gigi Proietti, uno dei più grandi attori e mattatori della scena italiana, particolarmente legato al capoluogo d’Abruzzo e al Teatro Stabile d’Abruzzo.
“Gigi Proietti”, scrive il primo cittadino, “ovvero il Dio Kurt, scritto da Alberto Moravia, prodotto dal Teatro Stabile dell’Aquila nel 1969, con la regia di Antonio Calenda. Fu per quel successo di pubblico e critica, fu in quel momento, che il giovane Proietti capì che il teatro sarebbe stata la sua vita. Non sbagliamo ad affermare che Proietti è nato artisticamente all’Aquila, accolto in quel Teatro Comunale che ancora custodisce la sua interpretazione magistrale dell’ufficiale delle SS in preda a un furore verbale ossessivo. Uno spettacolo, quello, che vinse diversi premi, tra i quali il prestigioso premio Saint Vincent”.
“E poi”, ricorda Biondi, “sempre con il TSA, ricordiamo Proietti ne il Coriolano di Shakespeare e in Operetta di Gombrowitz. Sono convinto che ricordare Proietti all’Aquila, nei primi anni Settanta, sia il modo giusto per piangere un grande del teatro italiano. Ricordare Gigi Proietti, oggi che ci ha lasciati, come un giovane entusiasta e curioso artista che si confrontava con una realtà di provincia colta e creativa, come era L’Aquila di quegli anni, ricca di fermenti culturali e di uomini visionari, credo che sia il sentimento più vero e sincero con il quale la nostra città può tributargli l’affetto e la stima che è presente in ognuno di noi. Un caro abbraccio alla sua famiglia, al Teatro Stabile d’Abruzzo e al teatro tutto che sta attraversando, uno dei periodi più complessi e difficili insieme al suo pubblico e all’Italia intera, a causa dell’emergenza sanitaria”.
“La morte di Gigi Proietti colpisce e addolora”, scrive l’assessore Guido Quintino Liris, “è stato un personaggio straordinario, un artista unico nel suo genere per la sua grande capacità di vestire i panni più disparati e di interpretare in maniera inimitabile qualsiasi tipo di ruolo. In queste ore di grande commozione ricordo con grande affetto il suo legame con l’Abruzzo, molto stretto e intenso. In particolare con il Teatro stabile regionale, di cui è stato anche presidente e che ha rappresentato un passaggio fondamentale per la sua maturità professionale. Il mondo della cultura italiana perde un riferimento imprenscindibile, ma la sua grande eredità, artistica e umana, resterà immortale, così come accade solo per i più grandi.”