Sulmona. Don the Fuller mette in mostra trent’anni di storia del jeans al White di Milano. L’appuntamento con “Denim R-Evolution”, un percorso attraverso l’evoluzione del capo di abbigliamento più famoso del mondo, è dal 18 al 20 giugno in via Tortona 27. In esposizione jeans realizzati dagli anni Ottanta in poi, trattati con lavaggi diversi a seconda del periodo di produzione. Prima del 1980 era in uso la tecnica del “raw jeans”, ovvero il tessuto jeans veniva tagliato e cucito e non veniva sottoposto a nessun trattamento. Era l’era dei jeans durissimi e poco confortevoli da indossare. Era l’era in cui i jeans si indossavano al mare e si sfregavano sulla sabbia per renderli più morbidi. Dal 1980 al 1985 si afferma lo “stone wash”: il denim subisce un trattamento, durante il lavaggio, con la pietra pomice creando un effetto “vissuto” al jeans. Dal 1985 al 1990 si afferma il trattamento “marmorizzato” ovvero con pietra a secco bagnata di cloro o permanganato di potassio. Il procedimento nasce per un errore di produzione: un operaio lasciò girare la lavatrice con pietre e cloro senza acqua, dimenticando di aprire il rubinetto. Il risultato fu sorprendente: il trattamento donò al jeans un vero e proprio effetto marmo di Carrara. Dal al 1990 al 1995 prende il via la tecnica di lavaggio a spruzzo e sandblasting, cioè la sabbiatura che abrade la parte del jeans che normalmente si usura con l’indossare il capo per anni. Dalla fine degli anni Novanta al Duemila il denim è trattato con la graffiatura, effettuata proprio con carta vetro. Il Duemila vede l’affermarsi di rotture, strappi, rammendi, toppe e delle tecniche dei resinato e eco wash. “Dal 2010” afferma Mauro Cianti Ceo Don The Fuller, azienda che ha nel suo stabilimento di Corropoli (in provincia di Teramo) un vero e proprio museo del jeans “comincia l’era dell’ecologico ovvero tutte le tecniche esposte in precedenza rese eco senza mutare l’immagine. Questa è l’era delle sabbiature ecologiche, dei prodotti Oeko tex, dei lavaggi zero water. La vera sfida dei lavaggi Ecosostenibili” sottolinea “si concretizza in due direzioni: la riduzione dell’uso di acqua e la drastica riduzione dei prodotti chimici inquinanti. Attualmente si mette in atto un insieme di evoluzioni di tecniche, sintetizzate armonicamente in un mix di procedimenti vecchi e nuovi per migliaia di combinazioni che danno origine alle collezioni di denim, di tutti i marchi mondiali dai più blasonati a quelli di massa”.