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Discarica Bussi: l’avvocatura chiede quasi due di miliardi di euro di risarcimento

Redazione Abruzzo di Redazione Abruzzo
11 Ottobre 2014
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Bussi. Ammonta complessivamente a un miliardo e 880 milioni di euro il risarcimento che l’Avvocatura generale dello Stato ha chiesto per i danni provocati dalla mega discarica di rifiuti tossici, rinvenuta nel marzo 2007, a Bussi sul Tirino. La richiesta e’ stata avanzata oggi nel corso dell’udienza in Corte d’Assise a Chieti. Nello specifico, sono stati chiesti un miliardo 376 milioni di euro per il ministero dell’Ambiente, un milione di euro per la presidenza del Consiglio dei ministri, 500 milioni di euro per la Regione Abruzzo, 3 milioni di euro per il commissario Goio. La vicenda conta 19 imputati, quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale doloso. “Ho trovato fino a questo punto, da parte del rappresentante dell’Avvocatura dello Stato, competenza, motivazione e conoscenza puntuale di tutto il quadro probatorio e dei fatti inserito nel processo”. Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, commentando la prima parte dell’intervento dell’avvocato Cristina Gerardis, che al processo per la bussidiscarica di Bussi in corso di svolgimento presso la Corte d’assise di Chieti rappresenta la Regione Abruzzo, il ministero dell’Ambiente e la presidenza del Consiglio dei ministri. “La posizione espressa dall’Avvocatura dello Stato – ha proseguito D’Alfonso – fa riferimento a supporti scientifici e proprio per questo sono convinto che, grazie all’intervento dell’avvocato Gerardis, c’è stata una straordinaria posizione espressa della Regione Abruzzo. Mi aspetto, proprio in questo senso, che venga fuori un confronto che abbia la forza di far emergere la verità che non può non essere diversa da quella di chi chiama in causa che ha rovinato il nostro territorio”. L’arringa dell’avvocato di parte civile si basa su nuove prove scientifiche, i test isotopici, che dimostrerebbero la presenza di inquinanti che confluiscono ancora nel fiume Pescara. Le richieste specifiche delle parti civili “istituzionali” saranno formalizzate nel pomeriggio e una parte della consistente richiesta di danni servirà anche a “risarcire il grave danno di immagine arrecato all’Abruzzo e alla salute dei cittadini abruzzesi”. A quanto si è appreso non è da escludere un’ulteriore richiesta risarcitoria proprio a favore della Regione Abruzzo.

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