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Discarica Bussi, fonti anonime parlano di presunte pressioni ai danni dei giudici popolari

Redazione Centrale di Redazione Centrale
14 Maggio 2015
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Pescara. “Se le fonti anonime, presentate come due giudici della Giuria popolare, de Il Fatto Quotidiano confermeranno quanto dichiarato al giorbussi_sequestro_discaricanale ci troveremmo di fronte ad un fatto di gravità inaudita”. Così Augusto De Sanctis del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, a proposito delle presunte pressioni, riportate da Il Fatto Quotidiano, che avrebbero ricevuto i giudici popolari della Corte d’Assise di Chieti in relazione al processo sulla mega discarica di Bussi. “Stiamo parlando” prosegue “di un processo con un potenziale impatto economico di miliardi di euro, della qualità della vita di centinaia di migliaia di persone e dello stato dell’ambiente di un’intera vallata. Giudici popolari che ammetterebbero di non aver letto gli atti processuali, di non essere stati sereni nella decisione e di non riconoscersi nella sentenza. Il Presidente della Corte Romandini che si trincera, anche in relazione ad una cena, dietro al segreto della Camera di Consiglio, non commentando una frase che avrebbe pronunciato in quell’occasione e che Il Fatto Quotidiano riporta anche nel titolo per la sua rilevanza in questo racconto”. De Sanctis, intanto, fa sapere che “Stiamo già valutando con i nostri avvocati un eventuale esposto. Ricordiamo che come Forum dell’Acqua commentammo immediatamente in maniera molto dura la sentenza, per le numerose discrasie che erano immediatamente riscontrabili. La Procura di Pescara ha presentato un ricorso direttamente in Cassazione ma dopo quanto pubblicato su Il Fatto Quotidiano ci sembra che vi sia ora ben altro da approfondire”.”Se fosse confermato quanto scritto dal Fatto Quotidiano sulle pressioni esercitate sui giudici popolari della Corte d’Assise di Chieti che ha emesso la sentenza” assolutoria “sulla ‘discarica dei veleni’ della Montedison di Bussi sul Tirino, allora chiederò al ministro della Giustizia di intervenire personalmente. I cittadini meritano chiarezza su una vicenda drammatica e dolorosa, che ha segnato indelebilmente un territorio e un’intera popolazione”. A dirlo in una nota il segretario nazionale dell’Italia dei Valori Ignazio Messina, che ha altresì preannunciato il deposito di un’interrogazione parlamentare del partito e l’avvio di un’ispezione dei propri parlamentari Davico e Formisano. “Lo Stato ha il dovere di fugare ogni ombra” ha osservato “e noi dell’Idv lotteremo, fuori e dentro le aule parlamentari, per tenere sempre alta l’attenzione su questo caso ed evitare in ogni modo che l’intera vicenda, dopo l’iniziale clamore mediatico, cada nel dimenticatoio come, purtroppo, già troppe volte accaduto nella storia d’Italia”. “Le affermazioni dei giudici popolari in merito all’assoluzione per disastro ambientale della Montedison per la discarica di Bussi sul Tirino, riportate da fonti di stampa e se corrispondenti al vero, sono di estrema gravità. Chiediamo che vengano inviati con urgenza gli ispettori del Ministero della Giustizia presso il Tribunale di Chieti per capire cosa sia successo e di chi siano le responsabilita’. Bisogna accertare se vi siano state indebite pressioni affinché il verdetto fosse pilotato verso il disastro colposo cosi’ da far scattare la prescrizione”. I deputati abruzzesi M5S Andrea Colletti, Gianluca Vacca, Daniele Del Grosso e i membri M5S della commissione d’inchiesta sul traffico di Rifiuti si dicono “sconcertati” da quanto é successo: “Se i giudici popolari non possono decidere con serenità, perché il presidente della Corte d’Assise li avverte che possono subire rivalse in caso di condanna per dolo” affermano i parlamentari “non c’è esercizio della Giustizia, ma indebite pressioni. Si deve assolutamente andare a fondo su questa vicenda, perché altrimenti i grandi colossi economici possono dettare il corso delle sentenze a discapito di tutti i cittadini, devastando l’ambiente e rimanendo impuniti. Chiederemo, inoltre, di audire in commissione d’inchiesta sul traffico di Rifiuti, i giudici popolari per ascoltare la loro versione dei fatti”.

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