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Disastro ambientale di Bussi, la lettera a Mattarella: causa risarcitoria ferma

Giuseppe Maritato di Giuseppe Maritato
6 Novembre 2021
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Pescara.”In un paese che vuole dirsi civile, non si vive in un territorio martoriato dall’inquinamento, non si continua ad essere esposti a sostanze pericolose, non si aspettano anni e anni per una risposta nei processi”: così 14 cittadini abruzzesi che hanno scritto al presidente della Repubblica Mattarella una lettera aperta sulla causa in sede civile per il risarcimento dei danni del disastro ambientale di Bussi. Il procedimento, secondo quanto riportato dalla stampa, è fermo da due anni al tribunale di L’Aquila, con il giudice che non decide su un’eccezione procedurale sollevata dai legali di Edison. A rilevarlo è la segreteria del Forum H2O Abruzzo.

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“Ricordiamo – si legge in una nota – che il Ministero della Transizione Ecologica e la Regione Abruzzo nel 2019 hanno intentato causa nei confronti di Edison chiedendo, sulla base di perizie dell’ISPRA e dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre un miliardo di euro di risarcimento. Avrebbero potuto essere molti di più a firmare la lettera aperta ma è stato scelto un numero simbolico, quattordici, come gli anni passati dalla scoperta della prima discarica, la Tremonti”. La lettera aperta è stata inviata per conoscenza anche ai ministri della Giustizia e della Transizione ecologica, al vicepresidente del CSM, al presidente della Regione Abruzzo e al presidente del Tribunale di L’Aquila, sez. civile. “Ricordiamo – si prosegue nella nota del Forum H2O – che già un anno fa fu depositata un’interrogazione parlamentare in cui si stigmatizzava l’impasse in cui si trovava la causa. Per i cittadini sono inaccettabili questi ritardi che si trasformano in Giustizia negata; per questo chiedono l’intervento del Presidente affinché tutti i procedimenti che riguardano il sito inquinato si concludano celermente”.

“Il fattore tempo – non è una questione secondaria. I cittadini che hanno bevuto quell’acqua con sostanze cancerogene e tossiche, sgomenti per il loro territorio danneggiato dalla presenza di una delle discariche più grandi d’Europa, stanno letteralmente invecchiando senza veder risolta, in un senso o nell’altro, questa vicenda. Non vogliamo più aspettare, non è giusto”.

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