Pescara. Manca un mese alla XV edizione del ‘John Fante Festival – Il dio di mio padre’ (in programma dal 21 al 23 agosto), esce ora in libreria un volume dedicato allo scrittore italoamericano d’origine abruzzese a cura di Giovanna Di Lello, direttrice del Festival, e Toni Ricciardi, studioso di emigrazione italiana.
“Dalla parte di John Fante. Scritti e testimonianze”, pubblicato da Carocci editore, contiene 18 contributi di autori che in questi anni hanno partecipato al Festival di Torricella Peligna, il paese d’origine del padre di John Fante. Il volume non è solo un omaggio allo scrittore riscoperto da Bukowski, ma contribuisce di fatto al dibattito intorno a un autore sempre più studiato in ambito accademico e amatissimo dai lettori di tutto il mondo, nonché tradotto in 27 lingue. Inedite testimonianze dei figli Victoria, Jim e Dan Fante, sul carattere del padre e sulla loro quotidianità a Malibu nella famosa villa a ipsilon dove è ambientato il romanzo “Full of life”.
Seguono importanti saggi di approfondimento, su suoi romanzi e sceneggiature, di studiosi italiani e statunitensi: Fred Gardaphé (Queens College/CUNY), Lia Giancristofaro (università Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara), Giuliana Muscio (università di Padova), lo psicoanalista Antonio Buonanno, la stessa Giovanna Di Lello, Francesco Durante, suo massimo conoscitore e traduttore, scomparso prematuramente nel 2019, di cui il volume custodisce il saggio postumo. Proprio a Durante, “amico e maestro”, i curatori hanno voluto dedicare il libro. A catturare l’attenzione del lettore sono soprattutto i contributi delle grandi firme presenti nella preziosa raccolta: Sandro Veronesi omaggia Fante in un brillante testo che conclude il volume.
Divertenti e appassionati anche i testi degli scrittori Giancarlo De Cataldo, Marco Vichi e Gaetano Cappelli, del cantautore Vinicio Capossela che scrive il suo contributo durante il lockdown, il giorno del compleanno di John Fante, del filosofo Gianni Vattimo e dello sceneggiatore americano Frank Spotnitz, autore di opere apparentemente lontane dalla poetica di Fante, come “X-files”, “L’uomo nell’alto castello” o “I Medici”, che però ne subisce il fascino dal 1988, quando aveva poco più di vent’anni.
A questi testi che cercano di cogliere l’essenza della scrittura fantiana, si uniscono i tributi dello scrittore abruzzese Alessio Romano e di Simona Baldelli, vincitrice del Premio John Fante opera prima 2013.