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Cus Chieti: imputati per peculato presidente, segretario e tesoriere, Università si è costituita parte civile

Redazione Centrale di Redazione Centrale
6 Giugno 2018
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Pescara. L’università “D’Annunzio” di Chieti Pescara si è costituita parte civile nel processo che vede imputati per peculato, dinanzi al Tribunale di Chieti, il presidente del Cus Chieti, Mario Di Marco, e il segretario generale e tesoriere Graziano D’Intino. La costituzione è stata formalizzata dall’avvocato Massimo Lucci dell’Avvocatura dello Stato. Parte civile si è costituito anche il prof. Federico Briolini, assistito dall’avvocato Mauro Morelli: nei confronti di Briolini, Di Marco deve rispondere di calunnia e diffamazione. Briolini è uno dei componenti della commissione paritetica Ateneo Cus, l’organismo che aveva il compito di esaminare la convenzione che disciplinava i rapporti tra l’Ateneo e il Cus. Nell’udienza di smistamento, il Tribunale ha ammesso le prove ed ha rinviato il processo al 20 novembre prossimo allorquando verranno sentiti tutti i testimoni. Il Tribunale si è riservato di decidere sulla richiesta di una perizia contabile chiesta dall’avvocato Leonello Brocchi che difende i due imputati.

Secondo l’accusa Di Marco e D’Intino si sarebbero impossessati di una parte dei fondi pubblici dei quali il Cus era destinatario ovvero il contributo iscritto nel bilancio dell’università d’Annunzio per le attività didattico scientifiche dei corsi di studio delle facoltà di Scienze dell’educazione motoria e per il sistema sportivo integrato. E dei contributi del Ministero dell’università, ed avrebbero erogato pretestuosi rimborsi per spese non documentate e comunque estranee all’attività del Cus: a Di Marco oltre 345 mila euro dal 2004 al 2012, 7.300 euro a D’Intino dal 2010 al 2011. La seconda imputazione di peculato riguarda la destinazione di una parte dei fondi del Cus: sempre secondo l’accusa, Di Marco e D’Intino si sarebbero impossessati, dal 2004 al 2013, di oltre 2 milioni e 800 mila euro, che venivano destinati non a finanziare l’attività sportiva universitaria, ovvero la finalità per la quale erano stati erogati, ma per acquistare beni e servizi connessi con la gestione delle squadre di basket femminile, di calcio a 5 e di pallamano. Di Marco deve rispondere anche di omesso versamento dell’Iva, relativa all’anno 2015, per un importo di oltre 618 mila euro e di omesso versamento all’Inps delle ritenute previdenziali operate sullo stipendio del dipendenti del Cus per un totale di oltre 405 mila euro dal 2011 al 2015.

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