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Covid19, con la pandemia raddoppio tentati suicidi degli adolescenti

Giuseppe Maritato di Giuseppe Maritato
10 Settembre 2021
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Il suicidio costituisce la seconda causa di morte nei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni e l’autolesionismo colpisce in Europa circa 1 adolescente su 5. Le misure restrittive durante la pandemia da Sars-Cov2 hanno impattato significativamente sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti portando ad un aumento delle richieste di aiuto per le forme più gravi come autolesionismo e comportamento suicidario: solo all’ospedale pediatrico Bambino Gesù il numero delle consulenze specialistiche per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio è quasi raddoppiato così come le ospedalizzazioni per tali motivi, passate dal 17% nel gennaio 2020 al 45% del totale nel gennaio 2021. Proprio per far fronte a questa emergenza, il Bambino Gesù ha predisposto un servizio dedicato all’assistenza per l’autolesionismo e alla prevenzione del suicidio in età evolutiva in collaborazione con alcune ASL del Lazio.

L’iniziativa è stata lanciata oggi, nella giornata in cui in tutto il mondo si celebra la Giornata dedicata a questo fenomeno in crescita. Il tasso di suicidio annuo a livello mondiale è pari a circa 11 persone ogni 100.000 abitanti (fonte OMS), costituendo l’1,5 % di tutte le cause di morte. La correlazione tra disturbi dell’umore e rischio suicidario è ampiamente riconosciuta nella popolazione adulta e recenti studi confermano una significativa correlazione tra la presenza di una depressione grave e il tentativo di suicidio tra i 12 e i 26 anni di età. L’identificazione precoce con diagnosi accurate e il trattamento integrato della depressione, avvertono gli esperti, è un intervento preventivo di primaria importanza per ridurre il rischio di suicidio in età evolutiva. I dati raccolti al Bambino Gesù tra il 2011 e il 2018 segnalano un aumento di 20 volte del numero delle consulenze effettuate in urgenza da specialisti neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e comportamenti autolesivi nei giovani tra i 10 e i 18 anni. La pandemia ha peggiorato il fenomeno, con un raddoppio dei tentati suicidi e episodi di autolesionismo. Più nel dettaglio, nel mese di aprile 2020 il 61% delle consulenze neuropsichiatriche ha riguardato fenomeni di ideazione suicidaria e tentativi di suicidio (rispetto al 36% dell’aprile 2019). A gennaio 2021, durante la seconda ondata pandemica, il 63% delle consulenze è stato effettuato per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio (rispetto al 39% del gennaio 2020), con un conseguente aumento delle ospedalizzazioni per le stesse problematiche che sono passate dal 17% nel gennaio 2020 al 45% del totale nel gennaio 2021. I comportamenti autolesivi (soprattutto lesioni da taglio) sono stati rilevati nel 52% dei ricoveri di gennaio 2021, in aumento rispetto al 29% dell’anno precedente.

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“Il Servizio per la gestione dell’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva si offre come centro di riferimento con lo scopo di prendere in carico rapidamente i bambini e gli adolescenti che giungono al Pronto Soccorso per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio o comportamento autolesivo, avviando quanto prima un inquadramento diagnostico ed un trattamento integrato farmacologico per il paziente e psicoterapeutico per l’intero nucleo familiare”, sottolinea Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù. Questo modello di presa in carico “permette – sottolinea – uno stretto monitoraggio dei ragazzi e delle loro famiglie nella fase acuta per ridurre il rischio di ripetuti comportamenti autolesivi, difficoltà gestionali per le famiglie e sovraccarico dei servizi ospedalieri dedicati all’urgenza”. Il Servizio del Bambino Gesù è integrato da una linea telefonica per le consulenze psicologiche urgenti, attiva tutti i giorni 24 ore su 24.

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