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Covid, varianti: Broccolo, AY.4.2 non è più trasmissibile di Delta

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
1 Novembre 2021
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Pescara. Al momento l’analisi delle mutazioni della nuova variante AY.4.2 del virus SarsCoV2 non sarebbe più trasmissibile della variante Delta (B.1.167.2), attualmente dominante in tutto il
mondo; di conseguenza, llo stato attuale delle conoscenze, non sarebbe abbastanza aggressiva da sostituirsi alla Delta.

Lo ha detto all’ANSA il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca, riferendosi alle mutazioni Y145H e A222V, entrambe sulla proteina Spike utilizzata dal virus per invadere le cellule. “La maggior parte delle mutazioni del virus SarsCoV2 – osserva il virologo – sono emerse indipendentemente molte volte in ceppi non correlati. Entrambe le mutazioni Y145H e A222V sono state trovate in vari altri ceppi del virus fin dall’inizio della pandemia, ma fino ad ora sono rimaste a bassa frequenza. I primi ceppi portatori di entrambe le mutazioni sono stati sequenziati nell’aprile 2020 e nessuno dei due è stato trovato in nessuna variante di preoccupazione”.

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Per esempio, “la mutazione A222V è stata trovata nel ceppo Alfa (B.1.177) che ha travolto l’Europa nell’estate 2020, ma attente analisi di follow-up – rileva Broccolo – hanno indicato che il ceppo probabilmente non aveva alcun vantaggio intrinseco di trasmissibilità e che la sua diffusione è stata molto probabilmente causata da processi demografici”. Per il virologo “nessuna delle mutazioni è a priori un candidato ovvio per una maggiore trasmissibilità virale, ma abbiamo appreso che le mutazioni possono avere effetti diversi, a volte inaspettati, in diversi ceppi”. Al momento la variante AY.4.2 viene controllata da vicino
nel Regno Unito, grazie al programma nazionale di sequenziamento, ed è rara nel resto del mondo.

“In Danimarca, l’altro Paese che oltre al Regno Unito dispone di un’eccellente sorveglianza genomica, ha raggiunto una frequenza del 2%, ma da allora è diminuita”. Il numero dei casi legati a questa variante è comunque poco indicativo: “poiché AY.4.2 ha ancora una frequenza piuttosto bassa, un aumento del 10% della sua trasmissibilità potrebbe aver causato solo un piccolo numero di casi aggiuntivi. In quanto tale, non ha guidato il recente aumento del numero di casi nel Regno Unito”. Per Broccolo “l’emergere di un altro ceppo più trasmissibile non sarebbe ottimale. Tuttavia – osserva – questa non è una situazione paragonabile all’emergere delle varianti Alfa e Delta, che erano molto più trasmissibili (50% o più) di qualsiasi ceppo in circolazione all’epoca. Qui abbiamo a che fare con un potenziale piccolo aumento della trasmissibilità che non avrebbe un impatto comparabile sulla pandemia”.

Tags: coronavirus
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