“Come numeri attuali non vedo rischio di un lockdown nazionale. E’ chiaro che serve lo sforzo di tutti. Io vedo più probabili dei lockdown circoscritti laddove ci fossero focolai che non possono essere controllati”. Lo ha affermato a Radio Cusano Campus il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri. “Certo”, ha aggiunto, “bisogna vedere quanto e come saliranno questi numeri e vedere quale sarà la pressione a carico del servizio sanitario nazionale”. Rispettando le regole il virus circola di meno, ha concluso, indicando che “si può controllare meglio facendo più test diagnostici, anche rapidi a larga scala, con una potenza di fuoco di almeno 300mila test giornalieri per individuare subito i positivi”.
“E’ molto prematuro parlare” didattica a distanza “perché la scuola è un luogo molto sicuro. Laddove c’è il protocollo e la rigidità c’è un basso rischio, laddove invece non c’è il protocollo, come la sera ad una cena con gli amici, il rischio si alza. Nella scuola c’è questa rigidità”, ha sottolineato il vice ministro alla Salute, “i protocolli consentono a scuola e università di andare avanti con un bassissimo rischio, che ovviamente deve essere anche monitorato”.
Su Immuni Sileri dice che “l’applicazione è efficace, abbiamo superato la soglia del 15% della popolazione che l’ha scaricata e questo aiuterà a bloccare i focolai. E’ chiaro però che vi è una riluttanza che piano piano si sta superando, serve un’azione informativa maggiore sull’importanza dell’applicazione Immuni”. Lo ha detto il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri a Radio Cusano Campus. Riferendosi quindi alla propria carriera politica, Sileri ha sottolineato che “tra 886 giorni tornerò in sala operatoria, è quella la mia dimensione. Io amo più il lavoro della politica, anche ora che sono in politica”, ha concluso, “cerco di parlare poco e lavorare molto”.