Pescara. La variante Delta potrebbe diventare dominante in Italia a fine agosto: è la stima del fisico Giorgio Parisi che, in mancanza di dati certi da parte del nostro Paese, si basa sui dati di un Paese dall’organizzazione confrontabile a quella italiana, la Germania. “In Italia si fanno poche sequenze” e “non ci sono attualmente elementi che permettano, per esempio, di capire che cosa è successo nell’ultimo mese”, dice Parisi, dell’Università Sapienza e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
“La Germania fa un po’ più di sequenze rispetto a noi e pubblica i suoi dati una volta a settimana” e i più recenti indicano che “la variante Delta è arrivata al 6%, con un tempo di raddoppio di 18-20 giorni rispetto alle altre varianti. Vale a dire – osserva Parisi – che arriva quasi a raddoppiare in due settimane e quasi a quadruplicarsi in un mese”. Alla luce di questi dati e considerando che “l’organizzazione tedesca è simile alla nostra, è ragionevole pensare che la variante Delta stia quadruplicando anche da noi, ma sarebbe meglio saperlo piuttosto che dedurlo da dati di altri Paesi”.
Vale a dire che, alla luce dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che davano una circolazione della variante Delta dell’1% in maggio, “con un aumento di quattro volte in un mese potremmo aspettarci che in Italia diventi dominante per fine agosto”.
In Gran Bretagna, dove è ormai dominante, “la variante Delta raddoppia ogni 15- 20 giorni”, ma dati incoraggianti arrivano da una recente ricerca sui ricoveri nel Paese: “sembrerebbe che i vaccini siano efficaci in quanto i dati indicano un livello alto di protezione. Tuttavia – rileva Parisi – si tratta di capire se i vaccini proteggano solo dalla malattia o anche dall’infezione asintomatica. In quest’ultimo caso la circolazione del virus aumenterebbe”. Alla luce di questa situazione, secondo Parisi “si dovrebbe cominciare a riflettere su una campagna d’autunno con richiami contro tutte le varianti”. È infine chiaro che “è sempre più urgente vaccinare il resto del mondo perché le varianti si sviluppano dove il virus circola tantissimo”. Per fare questo è necessario “togliere il blocco dell’export sui vaccini e che i Paesi più ricchi tirino fuori un assegno da 20 miliardi perché ci siano le dosi per vaccinare il resto del mondo”.