Chieti. In Abruzzo sono stati 267 finora, i casi di Covid-19 tra i minori di 18 anni, rispetto a una popolazione pediatrica complessiva di 194.777 residenti, ma proprio perché in gran parte asintomatici o paucisintomatici, i bambini sono potenzialmente dei grandi diffusori del Coronavirus. E’ quanto emerge da uno studio della Clinica Pediatrica della Asl e dell’Università di Chieti, diretta dal professor Francesco Chiarelli, che sarà illustrato il prossimo 7 ottobre, alle 18, in un seminario nazionale on line sul ”Covid-19 nei bambini in Abruzzo”, il primo evento formativo proposto sull’argomento dalla Società italiana di pediatria (Sip), che metterà a disposizione delle altre sezioni regionali l’esperienza dei pediatri abruzzesi. In 164 casi (il 61,42%) si è trattato di pazienti asintomatici, altri 58 (21,72%) sono stati i paucisintomatici, 43 (il 16,10%) ha avuto sintomi lievi e due (lo 0,74%) sintomi moderati.
Dieci i pazienti ricoverati in ospedale. Altri 257 sono stati seguiti a domicilio dai medici delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) e dai pediatri di libera scelta anche utilizzando la telemedicina e con il teleconsulto. Il 17,6% dei casi in Abruzzo ha riguardato la provincia di Chieti, il 37,5% quella di Pescara, il 24,7% quella dell’Aquila e il 20,2% il Teramano. Leggera la prevalenza dei maschi (53,6%) rispetto alle femmine (46,4%). Quanto alle fasce di età, si evidenza il crescere dei contagi al crescere dell’età: il 7,49% erano bambini di meno di un anno; il 16,10% da 2 a 5 anni; il 20,22% da 6 a 10 anni; il 56,17% da 11 a 17 anni. Dallo studio emerge inoltre che nella fase di lockdown la maggior parte delle infezioni a carico dei bambini si è verificata all’interno di cluster familiari. Con la ripresa dei contagi dopo l’estate, i casi sono legati a cluster familiari, a rientri dall’estero o da vacanza e a migranti giunti in centri di accoglienza.
“E’ vero”, spiega il professor Chiarelli, “che nei bambini è raro un esito infausto. Si possono ammalare, in Abruzzo i sintomi sono stati lievi e moderati, ma in Italia e nel resto del mondo non sono mancati casi anche gravi e decessi. Ma proprio perché generalmente asintomatici o paucisintomatici, i bambini sono dei grandi diffusori di Coronavirus, tra di loro e, soprattutto, tra genitori e nonni. Per questo è fondamentale rispettare sempre, nella vita quotidiana, le precauzioni che tutti ormai dovremmo conoscere, dal distanziamento fisico, all’uso dei dispositivi di protezione, alla buona pratica del lavaggio delle mani”.