Ortona. “Vanno ringraziate le associazioni che hanno presentato ricorso contro il PRG di Ortona”, commenta in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, “una colata di cemento sulla Costa dei Trabocchi che ci ricorda quanto arretrata, clientelare e affaristica sia la politica nel nostro paese e nella nostra regione. Una politica che cementifica oliveti davanti alle riserve naturali di Acquabella e Ripari di Giobbe non ha alcuna giustificazione”.
“50 ettari di nuova cementificazione sono motivati solo da intenti speculativi, uno scempio che nasce da norme che incentivano l’edificazione su terreni ancora liberi. L’Abruzzo è la regione in cui più aumenta il consumo di suolo e la cementificazione del territorio. Avevo facilmente profetizzato ai tempi della mobilitazione contro il Centro Oli e Ombrina che il cemento sarebbe stato un nemico più subdolo del petrolio. Contro poche compagnie – spesso straniere – è stato più facile coalizzare la popolazione, mentre distribuendo volumi edificabili si compra facilmente il consenso dei beneficiati. Se la giunta di Ortona è di destra va detto che la responsabilità generale è bipartisan perchè alla Regione Abruzzo i due poli non hanno mai voluto approvare una legge per lo stop al consumo di suolo che avevo proposto dal 2009 e al tempo stesso non si è voluto apporre vincoli nemmeno sulle aree di pregio come la Costa dei Trabocchi. A livello nazionale l’Italia continua a non avere una legge urbanistica che, come accade negli altri paesi europei, elimini l’incentivo a trasformare i terreni in edificabili. Sono stato relatore in parlamento nel 2006 della proposta di legge elaborata dai migliori urbanisti italiani ma ci fu un muro da parte di centrodestra e di centrosinistra. Non hanno avuto migliore sorte a livello nazionale le proposte per lo stop al consumo di suolo”.
“Siamo di fronte al fallimento della politica e dei governi che hanno riempito di incentivi e deroghe il settore edilizio senza chiedere contropartite. Non è vero che deroghe e incentivi all’edilizia fermano il consumo di suolo, come hanno raccontato destra e centrosinistra. Per fermare la nuova cementificazione ci vogliono regole che la impediscano e la disincentivino. Bisogna concentrare l’attività edilizia sul recupero e la riqualificazione delle aree già edificate non sul consumo di nuove. L’Abruzzo è la dimostrazione della falsità degli argomenti di chi ha fatto enormi regali di volumetrie con leggi sciagurate: c’è la possibilità di derogare ai piani regolatori in maniera selvaggia ma si continua a cementificare nuove aree. Anche a livello nazionale si stanno distribuendo enormi incentivi ma nessuno (dalla destra al centrosinistra al M5S) ha voluto approvare norme per lo stop al consumo di suolo e neanche fare una riforma urbanistica seria. In Italia c’è il partito trasversale del cemento. Per noi di Unione Popolare con de Magistris si tratta di una questione fondamentale e prioritaria.
Non a caso sono candidati come me nelle liste di Unione Popolare ambientalisti storici come Paolo Berdini e Pinuccia Montanari e Domenico Finiguerra, il sindaco di Cassinetta di Lugagnano primo comune a consumo di suolo zero”. Conclude Acerbo.