L’Aquila. I casi di contagio stanno aumentando in Abruzzo e l’allarme lanciato è quello della carenza di posti e respiratori per la terapia intensiva. Se da un lato si stanno reperendo i posti, allestendo anche il vecchio ospedale del G8, si parla già di carenza di disponibilità di mezzi e postazioni per far fronte all’emergenza.
I posti letto di terapia intensiva e rianimazione presenti sul territorio regionale sono 75 a cui vanno aggiunti quelli delle cliniche private, circa 15. Ma quelle che sono sotto la soglia di allarme sono invece le stanze a pressione negativa, cioè quelle necessarie per evitare la diffusione del coronavirus, cioè che impediscono la trasmissione di agenti patogeni nell’aria.
Marsilio spiega. “Solo pochi di questi posti sono attrezzati con il meccanismo della pressione atmosferica negativa”, ha dichiarato Marsilio in una intervista del alla Stampa, “ma stiamo lavorando contro il tempo per reperire altri posti. Si stanno studiando soluzioni che permettano la riconversione veloce di qualche reparto. Sapendo, appunto, che probabilmente avremo anche noi la botta forte”.
La mappa dei posti in Abruzzo. Le stanze a pressione negativa sono solo 12, e forse diventeranno 15. Ne sono presenti 6 a Pescara, nel reparto di Terapia intensiva, 3 a Chieti nel reparto di Cardiologia, una a Penne, una a Sulmona e una nel reparto di Malattie infettive dell’Aquila. L’obiettivo è quello di creare altri posti e altre stanze a pressione negativa all’ex ospedale G8 e due nel reparto rianimazione del San Salvatore dell’Aquila. Una operazione che dovrebbe avvenire con un investimento minimo, di circa 250mila euro. Ma i tempi stringono e per ora ancora questa operazione non è stata fatta.
L’Abruzzo è sotto una soglia di sicurezza che, per verità, non è conosciuta. Per rispettare le disposizioni nazionali dovranno essere individuati altri posti negli ospedali del territorio visto che il ministero ha dato la direttiva di raddoppiare i posti in questione.