Roseto. “Sono tornati e stanno ancora qui, sappiamo che non sono ripartiti per la Lombardia, per Brugherio. La gente però è ignorante: ‘stanno qui, a casa loro, capisci?’ mi dicono, hanno paura. Ma se l’ospedale li ha dimessi, vuol dire che stanno bene no?”.
Massimo è il ristoratore di Roseto messo in quarantena assieme ad altre sei persone, locale nel quale era stata segnala la famiglia del bancario risultato tra i primi positivi in Abruzzo.
“La gente era preoccupatissima, i primi giorni c’è stato il panico, la psicosi, perchè aveva frequentato tanti luoghi, ma per fortuna non ha infettato nessuno – prosegue il ristoratore – La Asl ha sanificato il locale, messo in osservazione tutti noi più altri avventori del ristorante con grande perizia, poi lo ha chiuso. Il mio commercialista mi ha consigliato: fatti fare un documento dalla Asl che ti hanno chiuso, non si sa
mai. Ora verremo risarciti? Non so proprio. Sono riuscito a riaprire per 2 giorni, poi ci hanno richiuso tutti di nuovo. Beh, mettiamoci l’anima in pace. Mi rimane l’affetto della gente, tutti mi abbracciano al telefono, è stato un piacere, non lo dimenticherò”, chiude Massimo.