“L’Anaao Assomed ritiene imprescindibile convincere le persone alla vaccinazione e l’obbligatorietà deve passare in ogni caso per legge. Per quanto riguarda i colleghi e in genere gli operatori sanitari, stiamo parlando di situazioni marginali perché oltre il 90% di loro si vaccinerà”. Lo ha detto Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Anaao-Assomed, il maggiore sindacato dei medici ospedalieri italiani, parlando al webinar “Vaccino anti-Covid-19. Obbligo e lavoro, una bussola per i medici e i dirigenti sanitari”, organizzato dallo stesso sindacato.
“La vaccinazione”, ha aggiunto, “rappresenta un obbligo etico per i medici che devono sempre garantire la sicurezza delle cure e la tutela dei soggetti più fragili. Riteniamo il licenziamento un’arma difficile da applicare nel settore sanitario. I colleghi piuttosto rischiano procedimenti disciplinari in ambito ordinistico e in azienda il cambio di mansione e, se ciò non fosse possibile, la collocazione in aspettativa con sospensione dello stipendio”. Parlando al webinar Maurizio Mori, ordinario di Filosofia Morale e Bioetica all’Università di Torino e presidente della Consulta di Bioetica Onlus ha affermato: “I vaccini tradizionali sono doverosi sia moralmente, sia deontologicamente, che giuridicamente, dove la distinzione tra i tre ambiti (da chiarire) segna un progressivo aumento della forza dell’obbligo. Questi vaccini, infatti, sono una sorta di enhancement che rafforza il vaccinato, il quale viene protetto e al tempo stesso protegge. Proprio in forza dell’aspetto protettivo, il vaccino normale diventa doveroso su tutti i piani”.
E ha spiegato che “alcuni vaccini anti-Covid presentano problemi, perché non sappiamo ancora bene se soddisfino tutte le caratteristiche richieste. Tuttavia, sul piano deontologico sembrano doverosi perché il medico ha un dovere più forte del normale cittadino di efficienza. Sul piano giuridico più ampio possono esserci dubbi per via delle resistenze diffuse che possono portare a fenomeni derogatori del rispetto stesso dovuto alla legge”.
“Stiamo osservando il grado di predisposizione della popolazione mondiale a farsi vaccinare. Ma perché una stessa situazione-stimolo può provocare in soggetti diversi, o nello stesso soggetto in momenti differenti, due reazioni completamente opposte? La psicologia cognitiva cerca di capire perché, in alcune circostanze, la nostra mente tende a compiere errori di percezione e di ragionamento”. Ha detto poi al webinar di Anaao-Assomed, facendo riferimento ai no-vax, la psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Mariacarla Sbolci.
“Errori che influenzano le nostre decisioni economiche”, ha continuato, “le nostre decisioni politiche, oltre a moltissimi comportamenti della vita di tutti i giorni. Si tratta di studi così importanti che nel 2002, al fondatore di questa branca della psicologia, l’israeliano Daniel Kahneman, è stato assegnato il premio Nobel”. “La pandemia sta producendo probabilmente un’impressione così forte da tornare a convincere tutti della necessità di vaccinare i propri figli o se stessi. Mai come in questo frangente, la disponibilità di un vaccino efficace rappresenta una miracolosa ancora di salvezza. Ma non dovremo per questo dimenticarci dei bias cognitivi che possono accecare il nostro senso critico”. Al webinar ha preso parte anche Gabriele Gallone, medico del Lavoro e Responsabile vaccinazioni AOU Orbassano (To) che ha commentato: “La grandissima quantità di finanziamenti statali e la possibilità di implementare una piattaforma innovativa basata sull’RNA messaggero (in studio già dal 1990) ha permesso di sviluppare vaccini con una efficacia elevatissima (95%) e con un profilo di sicurezza più che accettabile. Dopo Pfizer e Moderna seguiranno entro pochi mesi altri prodotti che contribuiranno a debellare la più grande pandemia degli ultimi 100 anni”.
“Solo cinque anni fa”, ha concluso, “non sarebbe stato possibile inglobare un filamento di RNA dentro piccole particelle lipidiche. La scienza quando finanziata adeguatamente porta a risultati spettacolari”.