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Coronavirus, dopo un anno di stop forzato palestre ancora chiuse: “‘riaprire, lo sport è salute”

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
12 Marzo 2021
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Pescara. “Dopo un anno di stop forzato, palestre e impianti sportivi vanno riaperti. I piccoli imprenditori che li gestiscono si sono da tempo adeguati a disposizioni dei Decreti Ministeriali antiCovid e ordinanze regionali, sostenendo spese importanti, e non possono restare in balia dell’altalena di numeri e dati inerenti i contagi. Devono poter riprendere l’attività contingentando ingressi e presenze, misura facilmente verificabile. Attendo la voce di organismi, a partire dal Coni e dalle Federazioni sportive, che sinora hanno assistito silenziosi alla pioggia di Decreti, ordinanze e disposizioni senza alzare un solo dito a difesa della categoria”.

Così il presidente della Commissione Sport al Comune di Pescara Adamo Scurti raccoglie l’invocazione di aiuto di un comparto economico fermo da marzo 2020 a causa della pandemia. “Parliamo probabilmente dell’unico settore al quale in 365 giorni non è stato permesso di tornare a lavorare neanche un’ora”, sottolinea Scurti, “la situazione è divenuta inaccettabile: oggi le palestre sono luoghi sicuri, spazi di almeno 300 metri quadrati in cui è possibile rispettare le distanze, far accedere gli atleti su prenotazione e con orari contingentati e garantire la costante sanificazione. Centinaia di partite Iva a settembre non potranno riaprire, un danno economico grave per una città che, per l’Istat, conta il maggior numero di palestre d’Italia, con indotto non indifferente”.

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Scurti ricorda poi che “la pratica sportiva non ha solo finalità ludica o agonistica, ma rilevanza psicologica e sociale fondamentale. Gli stessi virologi ricordano che praticare attività fisica è strumento di contrasto del Covid, senza dimenticare che lo sport previene patologie metaboliche e tumorali. E’ incomprensibile imporre la chiusura di attività obbligate a sostenere costi per adeguare gli spazi alle norme antiCovid e dieci giorni dopo si sono ritrovate con un provvedimento di chiusura mai revocato, ma con fatture e bollette da saldare. Chiediamo che le Istituzioni pongano fine a una serrata ingiustificata: ci sono le condizioni per permettere alle palestre di riprendere il lavoro nel rispetto delle norme anti-Covid”.

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