Coronavirus, Abruzzo sorvegliato speciale nella fase di riapertura. Ministero e Iss rilevano crescita “medio-alta”

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Pescara. A preoccupare l’Abruzzo è un  documento stilato per sorvegliare  la fase di  riapertura di molte attività economiche. In Abruzzo è stata riscontrata una “probabilità intermedia/alta di aumento di trasmissione”. Si tratta di una  fotografia della circolazione del virus, non di una graduatoria tra le regioni. 

Il Ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno diffuso il report settimanale sul monitoraggio della fase 2. Il Consiglio dei ministri ha stabilito infatti che “in relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, la singola regione, informando contestualmente il Ministro della Salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte a livello statale”.

Il report diffuso ieri classifica le regioni in due categorie, “livello 2 o classificazione bassa” per le regioni a “bassa probabilità di aumento di trasmissione e un basso impatto sui servizi assistenziali” e “livello 3 o classificazione moderata” cioè “probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione e un basso impatto sui servizi assistenziali”.

In Umbria, la classificazione settimanale è passata da bassa a moderata per un aumento nel numero di casi ed un Rt (rischio di trasmissione) maggiore di 1, seppur in un contesto ancora con una ridotta numerosità di casi segnalati e che pertanto non desta una particolare allerta.

Il dato che interessa l’Abruzzo è quello sull‘incidenza settimanale, che valuta quanti contagi ci sono stati su 100mila abitanti in sette giorni.

 

Il dato peggiore di incidenza alta riguarda Lombardia, Liguria,  Piemonte e provincia di Trento. Oltre al Molise dove c’è stato il caso di contagi multipli in un  funerale.

 

Le cose vanno bene invece, con incidenza bassa,  in Basilicata, Calabria, Campania, Sardegna, Sicilia e Umbria.

Incoraggiante anche il dato di incidenza intermedia-bassa Friuli Venezia Giulia, Lazio, provincia di Bolzano, Puglia e Toscana.

 

Male invece, con la rilevazione di  una incidenza intermedia-alta nelle regioni  Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Valle d’Aosta e Veneto. 

Nelle conclusioni del documento si sottolinea inoltre che “le misure di lockdown in Italia hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 regioni/province autonome. Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico”.

Infine, il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità dicono che “è necessario un rapido rafforzamento dei servizi territoriali per la prevenzione e la risposta a Covid 19 per fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche
durante la fase di transizione”. L’Abruzzo è pronto a questo?

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